Ancora una volta… Dopo un lungo periodo di silenzio, torna a parlarci padre Angelo Muri (nella foto), già parroco per 35 anni della dinamica e vivace comunità parrocchiale di S. Antonio di Padova di Mesagne. Lo scorso anno, celebrando il 6 luglio il 50° di sacerdozio, donò il volume “Filo diretto dalla terra al cielo” per aiutare tutti a capire che ognuno deve sviluppare l’armonica appartenenza al cielo e alla terra. A distanza di un anno, celebrando il suo 51° anniversario di sacerdozio, padre Angelo ha voluto donare a tutti, ancora una volta, il prezioso volumetto si da aiutare a maturare la consapevolezza che “Cristiani non si nasce, si diventa (Tertulliano). L’affermazione di Tertulliano ha suggerito a padre Angelo l’urgenza a ritrovare la responsabilità di una crescita continua, guidata e Voluta: “La fede nasce dall’incontro con Dio vivente, che ogni giorno ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la Vita” (Papa Francesco. La Chiesa della Misericordia. P. 18).
“La Vita è una chiamata continua; è un far memoria che siamo importanti agli occhi di Qualcuno. Accettare questa chiamata non è un fatto scontato: è un vivere non da veri esecutori, ma da gioiosi collaboratori del grande mistero della vita”. (P. Angelo. Un vita in preghiera). Attraverso il dono della vita, infatti si inizia in noi un cammino di educazione alla risposta alla coerenza, alla responsabilità personale di comunicare agli altri la dimensione relazione integrata alla f fede. E’ Cristo che ci chiama. E’ Cristo che ci ha scelti. E’ lui che fa nascere cose nuove perché il vivere quotidiano faccia crescere in noi la gioia a sentirci responsabili gli uni agli altri. Questa, quindi, è l’identità a cui bisogna credere per non vanificare il piano di Dio e la crescita, delicata e continua della società nella quale siamo e alla quale apparteniamo. Il distacco si registra, oggi in molti, tra la fede che professano e la vita quotidiana, va annoverato tra i più profondi errori del nostro tempo. La vivacità, infatti, di una fede che parla, che educa, che convince, è data dalla continuità, dalla coerenza, dalla gioia che si comunica vivendo in mezzo ai fratelli. Nella sua educazione e crescita nella fede, il Cristiano deve diventare “sale della terra e luce del mondo”. E’ urgente…non si può più procrastinare…”dare ragione” della speranza nella famiglia, nella politica, nell’economia, nella ricerca scientifica, nella comunicazione, nella sanità, nella scuola. Il vigore cristiano deve aiutare tutti, nessuno escluso, a non conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma a rinnovarla in ciò che è buono e perfetto: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm.12.2). Gesù, tornando al Padre, non ha tolto i discepoli dal mondo, ma li ha lasciati (Gv) nella società degli uomini perché condividessero le stesse esperienze, la stessa vita, senza però perdere il sapore e la capacità di diffondere la Luce. “Non rinnegate nulla del Vangelo in cui credete, ma state in mezzo agli altri uomini con simpatia, comunicando il vostro stesso stile di vita, quell’umanesimo che affonda le sue radici nel cristianesimo, tesi a costruire insieme a tutti gli uomini un città più umana, più giusta, più solidale (Benedetto XVI).