Il comune si era costituito parte civile nel processo contro la “Frangia dei Mesagnesi”, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Brindisi, con l’avvocato Anna Lucia Valente. La Corte d’Assise ha stabilito una provvisionale di trentamila euro nella sentenza le cui motivazioni sono state depositate di recente, alla scadenza del termine di 90 giorni. in favore dell’Amministrazione di Mesagne: a pagare dovranno essere gli imputati Francesco Campana, Carlo Gagliardi, Carlo Cantanna e il pentito Ercole Penna.
I comuni di Brindisi e San Vito non si sono costituiti parte nel processo su omicidi e ferimenti. Per anni, in fatto di criminalità organizzata e, in particolare, per le vicende legate alla Sacra corona unita, si è parlato della cosiddetta “Frangia dei mesagnesi”. Danni che dovranno risarcire gli imputati condannati all’ergastolo per gli omicidi e i ferimenti avvenuti nel territorio tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000. L’Amministrazione comunale di Mesagne, invece, la cui la Giunta conferì incarico all’avvocato Valente in vista dell’udienza preliminare davanti al gup, ha rivendicato danni “all’immagine” perché il nome di Mesagne è stato più volte accostato a una frangia dell’associazione di stampo mafioso, quella del cosiddetto gruppo dei mesagnesi, e perché in quell’ambito territoriale “risultano commessi la gran parte dei reati. “Per la liquidazione del danno è opportuno rimettere le parti dinanzi al competente
giudice civile”, si legge a pagina 207 della sentenza della Corte d’Assise. “Tuttavia è possibile fin da subito porre a carico degli imputati, come da espressa richiesta formulata nelle conclusioni dal patrono della parte civile, un provvisionale immediatamente esecutiva che si stima congruo fissare in trentamila euro”.