“Salve, sono la mamma di Marco, un ragazzo di 25 anni deceduto per incidente stradale il 5 maggio 2010 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce e che donò i suoi organi – scrive Emy sulla pagina di facebook del figlio -. L’espianto avvenne il 6 maggio. Ho saputo che il fegato é andato a Pisa, i reni a Verona, il cuore fu impiantato a Bari ad un uomo della Basilicata”.
E’ la mamma di un ragazzo brindisino che morì in un incidente stradale di ritorno da una discoteca due anni fa.
Emy Piliego e Nando Bungaro, quel tragico giorno, non ebbero alcuna esitazione a dare l’assenso alla donazione. Erano le 11 del mattino del 6 maggio del 2010 quando i medici comunicarono la drammatica notizia: il ragazzo, militare dell’esercito, aveva smesso di lottare dopo quasi 48 ore di agonia.
Ora mamma Emy lancia un appello. “Non intendo assolutamente instaurare un rapporto morboso con coloro che dal sacrificio di Marco hanno ricevuto la vita, ma soltanto sapere se l’atto di generosità di cui il figlio fu inconsapevole protagonista ha davvero ridato la vita e la felicità a qualcun altro”.
I dati dei trapiantati, come vuole la legge, sono coperti dal massimo riserbo.
I genitori di Marco combattono assieme agli altri famigliari delle vittime della strada iscritti all’associazione Aguvs di Fasano per ottenere l’inasprimento delle pene a carico di chi, guidando in stato di alterazione psicofisica, provoca la morte di altri.
Infatti, secondo le ricostruzioni dell’incidente che coinvolse Marco, era notte fonda e in tre, a bordo di una utilitaria percorrevano la strada Lecce-Maglie, in direzione Nord. Gli altri due si salvarono, incluso chi era alla guida dell’auto che ha poi dovuto affrontare un processo per omicidio colposo aggravato dallo stato di alterazione dovuto all’assunzione di cocaina e patteggiò una pena inferiore ai due anni.
Chiusa la vicenda giudiziaria, i coniugi Bungaro sperano di conoscere coloro che se oggi conducono una vita normale grazie agli organi donati da Marco. ”Ci basterebbe anche solo sapere come stanno”.