Prof. Aldo Guglielmi, Dirigente scolastico dell’Epifanio Ferdinando di Mesagne, interviene per chiarire quanto lamentato da alcuni lettori di Mesagnesera circa la situazione del riscaldamento presso la sede dell’istituto tecnico economico in via Damiano Chiesa e per correggere alcune inesattezze, che mettono ingiustamente in cattiva luce l’istituto. Innanzitutto chiarisce che l’impianto di riscaldamento dell’istituto funziona correttamente. “Il problema – aggiunge -, che è comune a tutti gli istituti superiori della provincia di Brindisi, è che la Provincia, per scarsità delle risorse a disposizione, quest’anno sta garantendo solo una accensione ridotta degli impianti e, precisamente, dalle ore 7:00 alle ore 10:00, orario certamente insufficiente per rendere gli ambienti scolastici confortevoli. Quello che però sta succedendo e che gli studenti dell’istituto hanno voluto denunciare non entrando scuola per due giorni, è che l’impianto di riscaldamento viene fatto funzionare, dalla ditta appaltatrice del servizio, non dalle ore 7:00 alle ore 10:00 ma solamente sino alle ore 9:00! Ieri gli studenti si sono incontrati con gli studenti del Liceo per verificare se anche presso la loro sede si fosse riscontrato lo stesso problema. Personalmente ho poi incontrato i rappresentanti degli studenti del Liceo e dell’Economico per fare il punto della situazione e dal colloquio profondo e responsabile che né scaturito, è emerso che anche al liceo l’impianto di riscaldamento veniva spento alle ore 9:00 e l’intenzione degli studenti di chiedere un incontro con i funzionari responsabili della provincia per chiedere spiegazioni in merito, anche alla luce del fatto che, confrontandosi con i rappresentanti di altri istituti di Brindisi e provincia, sono venuti a conoscenza che nelle loro scuole l’orario 7:00/10:00 veniva rispettato. Al termine del colloquio ho promesso agli studenti che avrei richiesto un appuntamento con i funzionari della Provincia responsabili del servizio di riscaldamento per chiarire e cercare di risolvere la questione e inviavo gli studenti dell’economico a fare rientro a scuola l’indomani, magari con un orario ridotto per evitare di rimanere più a lungo negli ambienti dell’istituto che, spenti i termosifoni, diventano subito molto freddi. La proposta, subito accolta dagli studenti, era quella di fare lezione sino alle ore 12:00 e solo nell’eventualità di un freddo insopportabile avrei autorizzato una uscita alle ore 11:00. Presso il Liceo, pur spegnendosi i termosifoni anche lì verso le ore 9:00, la situazione non era così drammatica e, pertanto, non era necessario prevedere un orario ridotto. Contattato nella stessa giornata il funzionario della provincia responsabile del servizio, ho avuto modo di denunciare la situazione di forte disagio dei miei studenti per il ridotto orario di funzionamento dell’impianto di riscaldamento, aggravata dal fatto che la ditta responsabile dei miei istituti forniva un servizio ridotto ulteriormente di un’ora. Il funzionario mi ringraziava della segnalazione e mi comunicava che avevano già disposto l’allungamento di una ora del periodo di fornitura del servizio”. E conclude: “Stamattina, verificato l’effettivo allungamento del servizio di riscaldamento, ho già dato disposizione di riprendere da domani l’orario normale delle lezioni. Vorrei che fosse chiaro che non ci sono scuole di serie A, B o C, ma c’è un solo istituto, con più anime, che costituiscono non certo un problema, ma una risorsa, perché abbiamo nel nostro interno tante competenze diverse che dialogano tra di loro arricchendo la formazione dei nostri studenti. Vorrei che fosse chiaro anche che questo istituto ha un Dirigente che si preoccupa non solo dell’aspetto didattico o relazionale, ma anche del benessere psico-fisico di docenti e studenti e che è pronto ad assumersi la responsabilità di modificare temporaneamente l’orario delle lezioni quando certe situazioni, come questa, possono recare danni alla salute. Mi piacerebbe che questo venisse percepito dalla comunità e che ci fosse, da parte della stessa, se non plauso, almeno comprensione e condivisione. In ogni caso, mi rimane la soddisfazione e l’orgoglio per il comportamento maturo e responsabile dei miei studenti, che per difendere un loro diritto avevano deciso in modo compatto di protestare non entrando a scuola e che nello stesso modo hanno deciso, una volta denunciato il disagio, di ritornare a scuola per fare lezione. Questa non rappresenta certo una situazione di degrado della scuola, lesiva dell’immagine della scuola e della città, ma un fulgido esempio di quella che viene chiamata “cittadinanza attiva”, competenza che i miei studenti acquisiscono giorno dopo giorno anche attraverso esperienze del genere“.
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