CELLINO SAN MARCO Il comune di Cellino San Marco utilizzerà un bene confiscato alle cosche mafiose per creare percorsi di integrazione e reinserimento dei soggetti svantaggiati con particolare attenzione ai detenuti ed ex-detenuti. Nascerà così un centro polifunzionale intitolato a “Emanuela Loi”, l’agente di polizia che faceva parte della scorta del magistrato Paolo Borsellino, ammazzata il 19 luglio 1992 nella strage di via D’Amelio a Palermo. In particolare nella struttura confiscata sarà realizzata una sartoria. Il progetto è stato inviato al Ministero degli Interni per il relativo nulla osta. Il comune di Cellino San Marco, al fine di rafforzare la cultura della legalità e per contribuire a diffondere l’attenzione su tematiche criminali e illegali diffuse, ha avviato un’azione di riutilizzo a fini sociali del bene confiscato, offrendo modelli alternativi di sviluppo sociale ed economico nella legalità. L’immobile si trova in via san Pietro Vernotico ed ha una superficie di circa 5 mila metri quadrati. Dopo una serie di valutazioni il comune ha individuato, come soggetto gestore, l’Officina creativa Societa’ cooperativa sociale di Lecce, che ha proposto il progetto denominato “Prima Casa delle donne”. “Sarà questa un’occasione di re-inserimento sociale e lavorativo per detenuti, ex-detenuti e giovani a rischio – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Gabriele Elia – offrendo loro, e al territorio dell’ambito sociale di Mesagne e della provincia di Brindisi, una struttura in cui ci sono un laboratorio sartoriale, un centro di accoglienza per detenuti ed ex-detenuti, un centro formativo sartoriale e di moda, un sostegno psicologico, giuridico e sociale e una web radio”. Nella foto una veduta di Cellino.
Bene confiscato per i soggetti svantaggiati
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