Non fu l’epatite B di cui era affetto il fegato trapiantato a Carmelo Solimeo (nella foto) la causa del suo decesso, ma un virus difficilmente diagnosticabile. La perizia medico-legale eseguita dal professor Paolo Grossi scagionerebbe i cinque medici del Policlinico di Bari che operarono Solimeo, 65 anni, di Mesagne, sottoufficiale dell’Areonautica in pensione e proprietario della storica radio Mesagne 102 MHz. E’ caduta, pertanto, l’ipotesi accusatoria come sosteneva la Procura di Bari. Carmelo Solimeo affetto da cirrosi epatica e cancro al fegato e morì il 2 novembre 2008 sei mesi dopo aver subito il trapianto di fegato.
Carmelo Solimeo era molto conosciuto in città. Aveva subito il 5 maggio 2008 il trapianto di fegato presso il reparto di Chirurgia e Trapianti del Policlinico di Bari.
“Nei 35 giorni in cui mio padre è stato ricoverato al Centro Trapianti di Bari, quando ormai l’epatite B, evidentemente, era esplosa nel suo corpo – aveva scritto Alessandra, figlia di Carmelo – tra esami, accertamenti, analisi, i più invasivi e dolorosi, cui egli è stato sottoposto per individuare la causa del male oscuro”.
Alessandra Solimeo nell’occasione lanciò un appello al governatore Vendola e all’allora assessore Fiore: “Chiedo loro – disse – di condurre un’indagine interna, parallela all’attività investigativa della Procura e giudicante del tribunale di Bari, e non meno essenziale per il buon funzionamento della sanità pugliese, nonché per la stessa legalità dell’azione di questa e di tutte le altre pubbliche amministrazioni dipendenti dall’ente regione da voi governato”.
L’udienza con rito abbreviato chiesta dal legale dei medici del Policlinico di Bari si è tenuta giovedì 4 luglio.