“Opificio sociale per la promozione e lo sviluppo del territorio”. ? In via Giuseppe Trono, angolo via Giacomo Leopardi, sulla porta d’ingresso di una abitazione confiscata alla criminalità ristrutturata 2 (due) volte con soldi pubblici (dei cittadini), é affissa una targa per ricordare che in quella struttura si studia e si lavora per promuovere e sviluppare il territorio. La struttura, di proprietà comunale, fu inaugurata alla presenza dell’allora sindaco Mario Sconosciuto e di don Luigi Ciotti (stiamo parlando di 15-20 anni fa, assessore ai Servizi Sociali il compianto Gino Argentieri). Noi c’eravamo e ascoltammo i buoni propositi. Parole. Paroloni. Promozione e sviluppo del territorio non ne abbiamo (mai) visto. Progetto finanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale P.O. Fers Regione Puglia 2007-2013. Ecc. Una targa lunga così, interminabile. Si sarebbero dovute promuovere azioni per il riuso sociale dei beni confiscati alla mafia ed altre organizzazioni criminali. Poi, a stampatello, a titoli cubitali, “INVESTIAMO NEL VOSTRO FUTURO“. Una presa per…. i fondelli. Vostro? Di chi? La struttura è desolatamente chiusa da più di un anno. L’arredamento, anche quello acquistato con i (nostri) soldi pubblici, tra poco bisognerà sostituirlo. Sempre con (nostri) soldi pubblici. I Servizi Sociali del Comune di Mesagne stanno predisponendo un bando per espletare la gara di affidamento della struttura.
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Andiamo a fare per prima una ricerca su quelli che è stato dato in mano.
Vorremmo capire che usura hanno subito i mobili per doverli cambiare!
Mi domando a cosa servono moralmente tutti queste costruzioni di sana pianta che vengono fatte su questi immobili confiscati, qual’è l’esempio?