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“Spazi sociali e associativi, l’amministrazione Molfetta non risponde”. Questo l’appello-accusa dell’associazione “Mesagne Bene Comune” fatta nei giorni scorsi sui social per chiedere spazi comuni alle associazioni e gruppi che animano la vita culturale politica della nostra città. E allora ci è venuto in mente quando il sindaco Franco Scoditti, poco prima di chiudere la consiliatura, presentò alla stampa un progetto per il riuso dell’immobile ex tribunale per riconvertirlo in “Casa delle Cultura”. L’immobile, prima utilizzato come Pretura e successivamente come sede staccata del Tribunale di Brindisi, sorge tra le vie Risorgimento e via Mameli. L’idea dell’allora sindaco Scoditti scaturì proprio a seguito delle numerose richieste che, in tempi diversi, arrivano in Comune da parte di associazioni impegnate nell’ambito culturale e ricreative di avere in comodato d’uso una piccola sede. Il progetto fu redatto in collaborazione tra la dott.ssa Alessia Galiano e l’arch. Savino Martucci. Il progetto-idea, ricorderemo, fu anche presentato alla città nel corso di una conferenza stampa durante la quale si disse (lo riprendiamo dal nostro archivio) che la Casa della Cultura voleva essere “un laboratorio creativo e di sperimentazione per i nostri ragazzi e per i nostri giovani, un altro piccolo mattone per costruire una nuova idea di Mesagne che – disse l’allora sindaco Scoditti – spero sarà colta positivamente in futuro”. Fu, si disse, un “coraggioso atto di fine consigliatura”.
L’associazione Mesagne Bene Comune nei giorni scorsi ha mosso critiche all’Amministrazione Molfetta accusandola di non interessarsi a mettere a disposizione nuovi spazi sociali. E allora? Perché non riprendere quel progetto che è finanziabile con fondi regionali e della Comunità Europea? “Mesagne Bene Comune” nelle scorse settimane ha avuto un incontro con l’assessorato alla Cultura. Poi il nulla. Alle generiche dichiarazioni di interesse dell’assessore Calò non è seguito alcun atto concreto o contatto informale. “Mesagne Bene Comune” concludeva l’appello-accusa con alcuni interrogativi che riproponiamo. Esiste a Mesagne un problema comune legato all’assenza di spazi sociali e associativi? E’ stato mai effettuato un censimento degli immobili comunali inutilizzati? E’ mai stata verificata l’effettiva esistenza e operatività delle associazioni a cui nel tempo sono stati assegnati immobili comunali? C’è la volontà politica di valorizzare il patrimonio comunale abbandonato o degradato destinandolo ad utilizzi associativi e culturali?
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E’ mai stata verificata l’effettiva esistenza e operatività delle associazioni a cui nel tempo sono stati assegnati immobili comunali?
Questa è bella! … e vogliono fare le cose insieme… 🙂
C’è una cosa che però non viene MAI fuori da questi mal di pancia espessi oramai sotto forma di comunicati, ovvero l’arroganza e la supponsenza di chi ti ritrovi dietro a un bancone quando entri in quei immobili comununali affidati ad associazioni,
motivo per cui poi non ci entri più!
Sfondi una porta aperta, perché poi qui badano a chi si deve prendere prima le stanze se non te ne sei accorto.
Gente antipatica e con dei seri problemi di relazione con il prossimo!
A Mesagne cè gente che non si può vedere sola! e vuole fare le associazioni!
Chi si ricorda qualche anno fa addirittura fecero un manifesto le associazioni più in o snob, contro quella che a loro avviso non aveva titolo nella realtà andava per la maggiore? recuperatelo.