L’assessore alle Attività Produttive Giorgio Lasala (nella foto), a seguito di alcune segnalazioni arrivate in Comune, ha riunito i tre gestori di lavanderie self service che operano su Mesagne per chiarire quali sono i limiti di questa nuova attività . L’assessore ha chiarito quali sono i servizi che la normativa prevede per le lavanderie self service.  Primo: la biancheria non può essere presa lavata, asciugata e a volte addirittura anche stirata da personale interno ma solo dal cliente. Questi deve inserire il gettone o moneta nella macchina ed attendere che il lavaggio venga completato. Il servizio del self service deve essere solo questo. Se il cliente sbaglia il programma del lavaggio non può attribuire la colpa a nessuno. Le altre operazioni il cliente le deve completare autonomamente a casa e non all’interno del negozio nel quale si eseguono solo le operazioni di lavaggio e asciugatura. In buona sostanza le macchine istallate presso i self service sono molto simili alla lavatrici casalinghe. Il gestore non ha i requisiti e le competenze a differenza delle lavanderie tradizionale dove c’è, o ci dovrebbe essere, personale con conoscenze tecniche delle macchine, detersivi, tessuti.  Il titolare ha solo la mansione di controllare il buon funzionamento delle macchine, di sbloccarle, di tenere aperta l’attività , di spiegare come funzionano. Come dire ha solo funzioni di controllo. Nulla di più. Per le lavanderie tradizionali tecnici dell’Asl controllano lo scarico delle acque e l’Aqp impone l’istallazione di depuratori. Asl, GdF, Ispettorato del lavoro, e Comune che rilascia la licenza, ha il compito di controllare, con l’ausilio della polizia locale, che i self service si attengano alla normativa vigente.