Migliaia di persone hanno voluto rendere omaggio alle spoglie di don Angelo Argentiero. Per due giorni la Chiesa Madre è stata meta incessante di gente di ogni ceto sociale, credenti e non, tutti uniti dal dolore di aver perso un amico, un sacerdote che ha saputo per 40 anni dare sempre a tutti una parola di confronto e di sollievo nei momenti difficili.
Laika, il cane del centro storico e della chiesa, l’ha accompagnato sino al cimitero. Laika aspettava sempre don Angelo per una carezza. Quando mercoledì scorso è arrivata la salma in Chiesa, Laika si è stesa al fianco della bara ed è rimasto per ore.
Al termine della cerimonia funebre che S.E. mons. Domenico Caliandro, arcivescovo di Brindisi-Ostuni ha tenuto in una chiesa gremita in ogni angolo, la bara è stata portata a spalle da don Pietro De Punzio, don Dino Scalera, dal nuovo parroco della Chiesa Madre don Gianluca Carriero, don Massimo Mengasi. In Chiesa il sindaco Scoditti con la giunta al completo, il commissario di polizia Rosalba Cotardo, il fratello Cosimo giunto dalla Sardegna, le sorelle Violetta ed Anna, l’ex sindaco Mario Sconosciuto, più di un amico per don Angelo, Renato
Zanzarella, gli scouts. Sull’altare maggiore l’intera vicaria della diocesi. La gente che non è potuta entrare in chiesa ha seguito la funzione religiosa su un maxi schermo e dagli altoparlanti.
Tutti hanno voluto essere vicini a don Angelo quasi per ricambiare la vicinanza che lui aveva avuto con le persone alle quali apriva il suo cuore. “Un prete misericordioso, puro di cuore – come ha detto mons. Caliandro – . E i puri di cuore, sono uomini umili. Come era don Angelo”. Ha ricordato il grande amore che aveva per la “sua” Madonna del Carmine. “Me ne fece cenno quando venni per celebrare per la prima volta in questa Chiesa. Mi parlò dell’amore della città di Mesagne per la Madonna del Carmine”.
Beati gli operatori di pace come don Angelo. E come ha detto don Lugi Ciotti nel suo messaggio, chi opera per la pace, opera per la giustizia perché la pace è frutto della giustizia. La sua sete di giustizia lo ha ricordato don Luigi Ciotti. Don Angelo non fu mai accondiscendente con le persone che fanno un torto, che fanno soffrire gli altri. Il suo rapporto fraterno e di amicizia con le gente la sua vicinanza nella vita sociale all’associazionismo con il quale ha sempre tessuto rapporti di collaborazione. Si è sempre speso perché potesse sempre fiorire la pace. Avere un sacerdote così è stato un privilegio per noi tutti, per la comunità mesagnese che non lo dimenticherà mai. E siamo certi che, dinanzi a Dio, don Angelo intercederà per tutti noi, per la sua Mesagne.
Certo, per Mesagne, la sua cara città.
Ma anche per la sua amata diocesi:
caro Don Angelo, ora che sei nella Gloria,
guarda e veglia con amore sulla Chiesa che è in Brindisi.
A Dio!
Che dolore questa triste notizia. La storia di Laika è commovente.
Quanta lealtà, quanto affetto e quanta fedeltà possono dare gli animali e quanto, questi esseri, sarebbero in grado di insegnare a certi (pseudo)uomini” di oggi, (pseudo)politici e non solo…