Pierluigi Catalano (nella foto) è proprio un tesoro di ragazzo, amico fidato, marito innamorato, padre meraviglioso. Pierluigi è una di quelle persone che solo a pensar male si commette peccato. Da dieci anni vive a Vicenza con la compagna Virginia Argentieri, maestra elementare, e con il loro splendido Gabriele, undici anni e il primato assoluto di aver cambiato la sua vita. A Mesagne rimane legato, ci torna appena può per riabbracciare la madre e la sorella, ritrovare gli amici che saluta con il sorriso di una vita. Ci sono storie di uomini che se non vengono raccontate rischiano di andare perdute per sempre, come nelle leggende dei tesori in fondo al mare.
Pierluigi non c’è più. In poche ore la notizia fa il giro tra i ragazzi di qualche anno fa che con lui hanno condiviso serate e interessi. Non aveva certo bisogno di andarsene a poco più di quarant’anni per far par parlare bene di sé. E però è accaduto, all’improvviso per un malore che lo ha colto a poche ore dal giorno di Pasqua mentre nella sua casa si godeva l’affetto delle persone che lo amavano sopra ogni cosa. Tanti amici, dopo aver appreso della sua prematura scomparsa, hanno voluto postare un ricordo su facebook, per lui, così poco virtuale e invece tanto autentico.
“Un motociclista superlativo, con la ruota anteriore sempre per aria, è stato l’unico al quale ho affidato la mia moto per un giro. Io ho perso il mio migliore amico e un pezzo della mia vita … porc***o (mettilo nel pezzo) gli ho insegnato i primi accordi con la chitarra e diventava sempre più bravo”, è il ricordo del suo migliore amico, Daniele Galasso, anche lui lontano da Mesagne da diversi anni e sconvolto dal dolore. Con Pierluigi di esperienze ne ha condivise tante, dalla scuola all’apertura di un pub in via Mannarino, schitarrate a squarciagola e tanti sogni. La distanza fisica non li ha mai divisi.
Pierluigi è stato un figlio buono di questa Città, figlio di una generazione che non ha avuto grandi chance per diventare migliore eppure non ha mai smesso di provarci.
Alla famiglia giunga la vicinanza della nostra redazione e un abbraccio speciale al suo ragazzo.
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Io non me lo ricordo proprio con la ruota anteriore sempre alzata, anzi, l’idea di un ragazzo ECCESSIVAMENTE tranquillo, lo sarà stato nelle competizioni forse…
stiamo attenti, riportando le emozioni e la rabbia di un momento, a consegnare tipo alle nuove generazioni, l’idea di un motociclista esagitato per le vie del paese.
Merita un capitolo a parte la prematura chiusura di quel pub in via Mannarino.
Una “soddisfazione” invece me la voglio togliere, riguardo la chiusura di quel pub in via Mannarino… riguardo quella parte della città, per fortuna minoritaria, abituata a mettere il piede in cento scarpe. Ricordiamo tutti in che anni avvenne no? I problemi di questo PAESE erano altri… e tanti! che dei giovani che si ritrovavano ad ascoltare musica. Morale: se devi fare il giustizionalista, ed avere il dito sempre sul numero della polizia… devi fare sempre lo stesso discorso… non esclusivamente per i giovani che si riuniscono o i “capelloni…” anche se il taglio non arrivava alle orecchie… Perchè quei problemi… Leggi di più »
E’ stato un figlio buono di questa Città, figlio di una generazione che non ha avuto grandi chance per diventare migliore eppure non ha mai smesso di provarci.
dovrebbe essere l’iniziao di una denuncia! NON LA FINE DI DI QUESTA STORIA.