La Confagricoltura di Brindisi interviene riguardo all’intitolazione del convegno che si terrà a Mesagne il 1 maggio prossimo organizzato da Flai Cgil Puglia ed avente come tema “La condizione della donna in agricoltura, tra caporalato e illegalità diffuse”. “Parlare di illegalità diffusa in agricoltura – spiega l’organizzazione sindacale – significa fare di tutta l’erba un fascio e screditare la maggior parte delle aziende agricole pugliesi che rispettano le regole e che abbiamo l’onore di rappresentare”. Gli episodi di caporalato e illegalità sono fenomeni da condannare in modo assoluto e da perseguire, ma che sono limitati a casi circoscritti.
Il convegno del 1 maggio, cui sarà presente il presidente della camera Laura Boldrini, avrà sicuramente una rilevanza sui media nazionali ed il serio rischio è che passi l’informazione che l’agricoltura pugliese è un far-west dove vigono appunto queste fantomatiche “illegalità diffuse”. In questo modo viene messo in cattiva luce un intero settore produttivo che invece è costituito da aziende che lavorano in assoluta legalità e che impiegano manodopera rispettando le regole. Aziende che anzi subiscono la concorrenza sleale da chi opera nell’illegalità e da parte di tanti prodotti agricoli extra UE che entrano nel nostro paese e che hanno costi concorrenziali proprio grazie al bassissimo costo (e pochissime tutele) della manodopera che impiegano.
Confagricoltura: è sbagliato infamare un settore che produce lavoro
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