Secondo la tesi dell’autorevole dirigente dell’associazione “Di Vittorio” Fabrizio De Leo, il centrodestra si sarebbe macchiato di un delitto atroce: quello di riunirsi in periodi ferragostani per fare politica nell’interesse dei cittadini e non prendersi un periodo di riposo, come invece ha fatto la “sua” maggioranza, che, come è noto, per evitare di discutere argomenti “bollenti” in Consiglio comunale ha preferito prendere tempo e concedere ben due mesi di vacanza alle Istituzioni locali, lasciando fra l’altro la città in balia dell’emergenza rifiuti che sta facendo infuriare commercianti e cittadini ed inorridire quei pochi turisti presenti nella “torrida” estate mesagnese e che sta letteralmente mettendo in ginocchio la nostra città.
L’ex consigliere, ex assessore ed ex dirigente di partito e soprattutto l’ex capogruppo di Mesagne Democratica, uno dei maggiori ispiratori nel periodo della giunta Incalza delle numerose interpellanze al vetriolo che avevano più il sapore di una vera e propria caccia all’uomo – poi rivelatasi alle streghe – che di ragionevoli critiche politiche, nel rispondere in modo scomposto e irritato al comunicato del centrodestra, è caduto nella trappola di palesarsi vero e proprio politico qual’è – altro che “benefattore culturale” -, stanando se stesso nell’acre risposta indirizzata alla breve amministrazione “Incalza” ed evitando, invece, di rispondere agli scomodi interrogativi posti dall’opposizione.
È il caso dunque di erudire, preliminarmente, il distratto e disinformato “cultore di storia locale” De Leo, su alcune, diciamo, inesattezze proferite nel succitato comunicato, rammentandogli che le stele messapiche sono di esclusiva proprietà dello Stato, prestate dalla Soprintendenza per la sola inaugurazione del Museo del Territorio di Mesagne del 2006, quando appunto De Leo era assessore, con l’intesa contestuale della realizzazione delle repliche, che avrebbero sostituito gli originali in esposizione destinati già ad essere ospitati presso il Museo Nazionale di Egnazia. Pertanto, dopo il legittimo prelievo avvenuto nel dicembre 2009, presso le sale del Museo Comunale, furono esposti i calchi delle stele realizzati grazie proprio all’Amministrazione Incalza.
È il caso di ricordare, altresì, a De Leo, che mentre egli era impegnato ad “opporsi” a tutti i costi, l’amministrazione Incalza cercava di attivare programmi organici ed articolati che non realizzassero soltanto aperture e inaugurazioni, e che seppero legarsi allo sviluppo generale del territorio ed al recupero funzionale del nostro vasto patrimonio, senza tralasciare la progettazione su altri beni importanti che l’amministrazione Sconosciuto, quando appunto De Leo era Assessore, aveva forse “dimenticato”, riaprendo il Castello, il Museo, ideando la convenzione su Muro Tenente, recuperando il finanziamento, che altrimenti sarebbe andato perso, per la copertura degli scavi di Vico Quercia.
Tuttavia, nel condividere con lui, che il settore della cultura e della gestione dei beni monumentali, durante la giunta Scoditti e sotto la gestione dell’Assessore De Guido, sta vivendo uno dei momenti più bui e di maggiore decadimento degli ultimi venticinque anni, vogliamo precisare che l’obiettivo che si poneva il centro destra con la nota stampa era quello di fare piena luce su quegli interessi che lo stesso De Leo definisce di “bottega”, ancor più dopo che il nostro interlocutore li ha individuati in coloro i quali “hanno la coda di paglia”.
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