Il Coordinatore di “Italia in Comune Mesagne”, Antonio Calabrese, ha inviato al Sindaco e al Consiglio Comunale, una proposta di adozione di un ordine del giorno, per chiedere al Ministro dell’Interno ed al Governo di sospendere temporaneamente gli effetti del decreto legge 113/2018 e di rivalutare, a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete sia in termini economici che sociali e di sicurezza e contestualmente richiedere alla Regione Puglia di sostenere l’iniziativa. Per Calabrese considerato che il Decreto immigrazione richiede costi enormi ai Comuni, è necessario un confronto con il territorio. Il sistema di accoglienza Sprar è riconosciuto come un modello di integrazione valido e sostenibile per il nostro Paese e di esempio anche per l’intera Europa. Lo stesso Ministro dell’Interno, nella relazione sul funzionamento del Sistema di accoglienza predisposto al fine di fronteggiare le esigenze connesse all’afflusso di stranieri nel territorio nazionale, dichiarava che i centri Sprar «si pongono come ponte necessario all’inclusione e come punto di riferimento per le reti territoriali di sostegno, avviandosi, in tal modo, processi più solidi e più facili di integrazione». Purtroppo, però, le misure contenute nel decreto n. 113/2018 in materia di Immigrazione e Sicurezza vanno nella direzione opposta a quella di sostenere il sistema Sprar in quanto prevede, ad esempio, diverse migliaia di migranti in meno nel circuito dell’ accoglienza e la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria oltre che la chiusura di decine di Cas e Sprar. Tali interventi potrebbero avere delle ricadute devastanti sui territori in termini di costi sociali ed economici; vi è il concreto rischio di “strappare” dal circuito virtuoso dell’accoglienza tante vite umane per immetterle invece nella strada con il pericolo di andare incontro a casi di emarginazione sociale nonché di delinquenza diffusa. I tagli previsti dallo stesso decreto, inoltre, relativi al mantenimento di tali progetti, provocherebbero esborsi enormi per le casse dei vari comuni: circa 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e Sanitari territoriali. “Per tali ragioni – spiega Calabrese -, attesa la discussione sul progetto Sprar nel consiglio comunale di domani 9 novembre, proponiamo l’adozione di un ordine del giorno per chiedere al Ministro dell’Interno ed al Governo di sospendere temporaneamente gli effetti del decreto legge citato”.
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Ancora con questa tarantella. Sistema virtuoso? Si per chi ci ha guadagnato. Massimo rispetto per chi si è comportato correttamente e per i veri volontari, ma è innegabile che su questa “accoglienza” è stato creato un business perlopiù gestito delle MAFIE nazionali e locali e politici.
Se le anime belle davvero tengono a salvare il mondo aprissero le porte delle loro case a loro spese.
grazie a queste semplificazioni (prendeteli a casa vostra..), che danno la misura che non vi è nessun approfondimento… stiamo costruendo, purtroppo una società ostile, non inclusiva. speriamo che vi siano più voci, come questa, che ci facciano riaprire gli occhi
Finalmente qualcuno che alza la testa davanti a tanta barbarie. L’intolleranza sta prendendo il sopravvento. L’indifferenza e la paura sono i sentimenti che sembrno prevalere. Ribelliamoci