Per le segreterie cittadine del Pdl, Nuova Italia Popolare, Mesagne Incalza, La Destra, Nuovo Psi e Puglia prima di tutto, la soluzione trovata dal governo regionale per l’ospedale S. Camillo de Lelliz è un grande bluff.
Dalla lettura del piano di riordino ospedaliero proposto dalla giunta regionale, il centrodestra ha avuto la conferma che il governatore Vendola non aveva torto quando in un famoso fuori onda diceva che “…il centro sinistra é un aggregato di chiacchieroni e nessuno capisce niente di sanità…”. Il centrodestra mesagnese aggiunge: “Probabilmente anche Sel non ha ben chiara la materia per cui dopo aver dilaniato i bilanci della sanità pugliese, sforando a più riprese il patto di stabilità, dopo aver imposto un doloroso piano di rientro, gravando i cittadini pugliesi di nuove tasse, compreso il famoso euro sulla ricetta medica anche per i malati terminali, tagliati indiscriminatamente posti letto e ospedali, l’Amministrazione Vendola ha confezionato e servito ai cittadini pugliesi e mesagnesi l’ennesimo bluff”.
Quella che il centrosinistra festeggia come una vittoria per aver salvato alcuni presidi ospedalieri brindisini, per il centrodestra si tratterebbe, invece, di una clamorosa sconfitta.
“Il San Camillo in teoria non chiude – spiegano i partiti dell’opposizione -, ma è come se lo fosse in quanto diviene plesso del Perrino di Brindisi con una riduzione drastica dei posti letto portati a 32. Lo stesso destino toccato all’ospedale di San Pietro, che da ospedale di base viene anch’esso declassato a plesso distaccato del Perrino perdendo l’ortopedia, importante reparto per acuti. Conseguenza di tutto questo geniale piano di riordino è che l’ospedale brindisino sarà destinato ad essere sempre più congestionato, con un pronto soccorso dove si attende ore per essere visitati, mentre le terapie intensive sono intasate con letti aggiunti, non monitorati, con rischio grave per i pazienti e per gli operatori sanitari, mentre si assiste, caso più unico che raro, al fenomeno delle extralocazioni, cioè dei pazienti ricoverati in reparti diversi da quello di competenza; dunque un piano di riordino, quello elaborato dalla giunta Vendola, chiaramente basato su ragionamenti puramente ragionieristici con forti ed evidenti interessi campanilistici, politici e difese di posizioni primariali”.
Il centrodestra ritiene che nel nuovo piano di riordino non c’è nulla di scientifico e nulla legato ai bisogni del territorio e alla richiesta di salute che giunge dai cittadini pugliesi. La sanità brindisina, in questo quadro desolante, acquisirebbe quindi due ospedali praticamente in “rianimazione”: Mesagne e San Pietro Vernotico. “Al Ninetto Melli viene mantenuta la pneumologia dove si dovrebbero trattare le patologie respiratorie gravi e acute che necessitano di assistenza respiratoria intensiva che non può essere assicurata perché non vi è un’unità idonea, non c’é rianimazione per cui i malati gravi e instabili vengono dirottati al Perrino, occupando spesso, i posti letto delle terapie intensive destinati ad altre patologie e con il rischio di non essere curati adeguatamente per la mancanza di specifiche competenze”. Insomma a Mesagne il centrosinistra esulta per un risultato di facciata mentre l’opposizione si chiede a cosa servono solo 32 posti letto di medicina e lungodegenza senza altri servizi e specialità. I cittadini pretendono a ragione di avere una sanità adeguata dove la richiesta di salute venga soddisfatta in maniera totale, “e non come nel terzo mondo dove ci si cura con i farmaci e attrezzature dismesse dai paesi industriali”.
Il sindaco Scoditti si dichiara soddisfatto, “anche se è stata sonoramente bocciata e respinta l’unica proposta ufficiale dell’Amministrazione di costituire un polo specialistico geriatrico, considerata faraonica e irrealizzabile, e partecipa apparentemente all’ apoteosi di consiglieri regionali che, nel tentativo di salvare la credibilità del loro mentore, sono disposti a fare di tutto anche ad inventarsi posti letto fantasmi di cui non vi è traccia nella delibera approvata. Le implementazioni riabilitative di cui si parla erano già previste dal piano di riordino del 2010 per gli ospedali che chiudevano. Si tratta solo di assistenza territoriale, nulla a che vedere con i servizi ospedalieri”.
Concludono i partiti del centrodestra: “E’ evidente che dinanzi a questa confusione degli ultimi giorni l’intera città pretende chiarezza”. Ed invitano gli esponenti del centrosinistra ad un necessario e serio confronto.
Le posizioni dei due schieramenti saranno illustrate in un dibattito pubblico domani, alle ore 18.30, a Lab Creation, dal consigliere regionale Toni Matarrelli (Sel), componente della Commissione regionale Sanità e da Danilo Zuffianò, cardiologo, responsabile del reparto di cardiologia dell’ospedale di Mesagne, e vice coordinatore del Pdl di Mesagne.