In via Rovigno, alla periferia della città, quartiere Mater Domini. Una stradina nascosta, senza uscita. Un gruppo di abitazioni costruite negli anni 70 dall’allora Istituto Autonomo Case Popolari. Risiede gente povera. Si direbbe persone che non hanno voce in capitolo. “Si – dicono alcuni residenti 
appena ci vedono – proprio così. Siamo stati dimenticati da Dio e dagli uomini”. “Però – aggiunge una vecchietta vestita di nero che ci abita da circa 40 anni – si fanno vedere quando arrivano le elezioni. Vengono e promettono, con la solita faccia tosta”. Il problema? “Raramente passano gli spazzini” aggiunge un uomo appena arrivato in motoretta. Ha il volto bruciato dal sole. E’ appena tornato da campagna dove è andato per raccogliere erba spontanea commestibile. “Abbiamo telefonato ai vigili urbani e ci hanno detto di chiamare alla piattaforma ecologica. Alla piattaforma ci hanno risposto di chiamare i vigili. Ci prendono in giro”. Gli alberi – secondo alcuni residenti molti dei quali anziani – andrebbero tolti perché sporcano. E se fosse possibile sostituirli. Al Comune – dove si sono rivolti – hanno detto che è competenza dell’istituto autonomo case popolari (oggi Arca) e non possono mettere mano”. Passano i mesi e gli anni. E in via Rovigno i restano figli di nessun Dio.
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Beh chi si ricorda quando da queste case entrave e usciva una mercedes modello carro funebre proprio 40 anni fa?
Bisogna ammettere che le case popolari sono stato un pessimo affare per tutta la collettività.
Con la memoria non ci azzecchi tanto, dato che per essere precisi quella mercedes entrava e usciva proprio a farla sporca con lo spostamento di una decina di anni, comunque siamo li, così come che intatti sembrano alcuni metodi a leggere le cose, ovvero che qualcuno si presenta ancora li a chiedere i voti e allora siamo sempre punto e a capo e pure d’accordo sul motivo perchè sono state intventate queste case.