Gaia Martella, 23 anni, nella foto tra i due figli Emanuela e Massimo, 4 anni e 2 anni e mezzo, non potrà mandare i figli all’asilo comunale. “Perché non posso pagare il ticket che mi è stato chiesto – dice -. Vuol dire che li terrò con me a casa”. Gaia convive con il padre dei due suoi figli, Luca Rogoli, 26 anni, disoccupato, in una casetta del centro storico, in via Dei Destro. “Una casa piccolissima di proprietà di alcuni miei parenti che ce l’hanno concessa gratuitamente perché sanno che non possiamo pagare”. Gaia si adatta con lavori saltuari. “Quando mi chiama qualche signora faccio le pulizie della casa”, dice. Luca, idraulico, per un breve periodo lo scorso anno ha lavorato. “Poi non lo pagavano per cui ha deciso di lasciare e di aiutare mio padre che fa il fruttivendolo”, aggiunge Gaia che andò a convivere con Luca a soli 17 anni. La famigliola per vivere viene aiutata dai genitori che non navigano nell’oro. “L’anno scorso i bambini frequentavano l’asilo comunale e non avendo reddito non pagavo il ticket. Quest’anno i Servizi Sociali del Comune mi hanno informata con lettera che dovrò pagare circa 50 euro al mese. Ma come faccio se ci sono giorni che non possiamo nemmeno mangiare”. Al Comune le hanno risposto che il suo Ise presenta un reddito di 2 mila euro. “Lo scorso anno quando Luca si licenziò ebbe un sussidio per la disoccupazione di mille euro. Ma si può vivere con due figli con un reddito di mille euro? Ma come possiamo fare. I ragazzi me li tengo con me e quando sarò chiamata per fare le pulizie sarò costretta a rinunciare peggiorando ancora di più la nostra situazione”, conclude.
Disoccupati e senza reddito, per l’asilo nido devono pagare il ticket
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