Ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Dominique Scarfone, il 44enne calabrese residente in provincia di Reggio Emilia morto a seguito dell’incendio alla villetta di contrada Tagliata lo scorso 24 giugno. Dominique Scarfone ha riportato ustioni di terzo e quarto grado sul 70 per cento del corpo mentre divampava l’incendio da lui stesso appiccato. Sono state proprio quelle gravi ustioni a provocarne la morte. L’autopsia è stata effettuata dal medico legale dott. Antonio Carusi, su incarico del pm Valeria Farina Valaori alla quale ha assistito il consulente nominato dai famigliari della vittima, Roberto Vaglio. Le analisi sui campioni biologici saranno decisive per accertare i valori di carbossiemoglobina nel sangue e stabilire se anche l’esalazione del monossido di carbonio prodotto dalla combustione sia collegabile al decesso. Per quanto riguarda le indagini gli investigatori sono certi che Scarfone e il 25enne Gullace, che si salvò dall’incendio e che è rinchiuso nel carcere di Brindisi, non abbiano agito per ripicca nel confronti del proprietario dell’immobile, Maurizio Tanzarella, che voleva sfrattarli. Gli inquirenti stanno scavando nel passato di Scarfone per risalire alle sue frequentazioni a Mesagne dove spesso arrivava essendo responsabile di una società nel settore della manutenzione di macchinette per ricariche telefoniche con sedi a Modena e in Calabria.
Dominique Scarfone è morto per le gravi ustioni riportate
Post precedente
Giovanni Messe, l’ultimo Maresciallo d’Italia
Iscriviti
0 Commenti