Una siringa tra i giardinetti della scuola o un video di due adolescenti che “lo fanno” a cielo aperto sono due spie di un disagio sociale che sembra riemergere prepotentemente. In realtà chi opera quotidianamente nel sociale – educatori, psicologi, assistenti sociali, docenti – sa bene che quella del “disagio giovanile” è una questione che non è stata mai completamente risolta ed anche quando non ci si imbatte in filmati hard o siringhe tra le aiuole i segnali della mancanza di direzione tra i nostri ragazzi sono forti ed evidenti.
Non esiste una ricetta preconfezionata, a Mesagne come nel resto del mondo, ed il controllo e la repressione con l’aiuto delle Forze dell’Ordine – a cui in ogni caso l’Amministrazione Comunale chiederà a stretto giro di fare il punto sulle criticità maggiori e sulle possibili soluzioni da adottare assieme – non basta e non risolve l’origine del fenomeno.
La droga e la ricerca di emozioni forti come il sesso spinto, la violenza ingiustificata, la bravata ai danni del patrimonio pubblico e così via sono la modalità con cui i giovani comunicano la loro mancanza di «equilibrio sociale»: attraverso gesti plateali e di forte contrasto con “l’ordine costituito” provano a comunicare al mondo degli adulti che non riescono a trovare il proprio posto nel mondo, non trovano «la via» per vivere una vita felice e piena, capace di farli esprimere per quello che sono. Questi giovani per l’Organizzazione Mondiale della Sanità non sono in salute.
Spesso si trascura, infatti, che l’O.M.S. già dal 1948 definisce la Salute come «equilibrio del corpo, dei pensieri e del sociale e non solo l’assenza di malattia». Il sociale, quindi, al pari dei sintomi del corpo e della propria sfera emotiva è fondamentale perché un individuo, un giovane, sia sano.
Questa definizione è da sempre il mio personale faro guida come professionista della psiche e trovare soluzioni per attuarla nel concreto è stata la prima ragione per cui ho accettato l’incarico assessorile. Il lavoro che portano avanti i nostri centri di aggregazione giovanile comunale – dal Salento Fun Park, a Lab Creation, all’Opificio Sociale, a Make – cosi come il lavoro delle parrocchie e delle tante associazioni private è preziosissimo. Ma serve qualcos’altro ancora.
Assieme al Sindaco e all’intera Amministrazione Comunale abbiamo studiato in questi mesi diverse azioni che vanno nella direzione di provare a rispondere «al cuore profondo» di questi disagi. Il primo tema che abbiamo focalizzato è quello dell’orientamento al lavoro, che significa poi orientamento alla vita. Su questo tema coinvolgeremo tutta la città mettendo in campo a brevissimo iniziative originali e – siamo certi – di forte impatto.
Non pretendiamo solo con queste ed altre iniziative di risolvere la questione – che ha contorni complessi e antichi – ma proviamo ad individuare una strada concreta per camminare assieme ai nostri ragazzi partendo dai loro bisogni e provando a rispondere, come Istituzioni, alla loro «voglia di vita».
Alessandro Rubino, assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Mesagne
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