Topi così grossi da sembrare gatti, insetti e parassiti hanno invaso l’area dell’ex stadio di via Sasso. Alla situazione di scarsa igiene dovuta al proliferare delle sterpaglie e alla massiccia presenza di deiezioni canine, si aggiunge l’abbandono sistematico di rifiuti. A poco è servita la bonifica operata dal Comune a fine luglio: le strutture degli spogliatoi, ormai fatiscenti, offrono un ideale rifugio per roditori e blatte.
La zona è interdetta con appositi segnali che indicano l’inagibilità della struttura, ma non essendo presente alcuna transenna è facile accedere all’interno. Gino Simone, residente nelle vicinanze, conduce da vent’anni una battaglia per sollecitare gli amministratori a intraprendere l’iniziativa di riqualificare il vecchio campo sportivo.
“Ho organizzato petizioni affinchè già negli anni ’90 lo stadio fosse trasferito in altro luogo più consono, interpretando la volontà di centinaia di abitanti della zona. Adesso confido in questa Amministrazione comunale e spero metta in atto al più presto un qualsiasi progetto, per evitare che l’area continui a essere una discarica a cielo aperto”.
Del medesimo tenore sono i commenti di altri residenti che sperano nella realizzazione di un parco pubblico o di una piscina comunale. Davide Volpe, proprietario del “Bar Lanterna” , ritiene che l’area debba essere trasformata in un parco giochi per bambini: “Ho un figlio di tre anni e non so dove portarlo a giocare. Certamente all’interno dell’ex stadio sarebbe troppo pericoloso: la zona è buia e di sera ci sono coppiette che si appartano e strani movimenti”.
Davide Crastolla, Antonio Mancino e Sergio Nannavecchia sono del medesimo parere: trasformare in tempi rapidi ciò che resta dell’ex stadio in uno spazio pubblico fruibile dagli abitanti del quartiere. Il vecchio campo sportivo, come prevede il Piano Regolatore Generale, dovrà essere riconvertito in verde pubblico all’interno del quale è prevista la costruzione di una struttura sociale per i servizi sanitari: si tratta di un centro per ricovero di anziani malati.
Inoltre sempre nel grande polmone verde dovrebbero essere creati alcuni impianti sportivi con campetto di calcio polifunzionale. Con le dovute modifiche al progetto, dovrebbe sorgere anche un campo sportivo di dimensioni minime, ma che possa essere regolarmente omologato dalla Federazione Gioco Calcio, per permettere alle scuole sportive e alle formazioni giovanili di poterne usufruire in alternativa allo stadio di contrada Tagliata. L’iter burocratico del progetto si è purtroppo interrotto il 12 aprile scorso, quando per cause procedurali e per il ricorso al Tar del Comune di Molfetta, la Regione ha sospeso il finanziamento prima concesso.
Intanto l’enorme campo sterrato con annessi ruderi non offre di sicuro un’immagine decorosa del rione. I cittadini sono stanchi di convivere con la sporcizia e molti genitori sono in apprensione per i loro bambini che, incautamente e approfittando dell’assenza di recinzione, giocano e s’intrattengono nell’area. La vicenda della riqualificazione dell’ex stadio è stata oggetto di un’interminabile querelle tra maggioranza e opposizione.
Numerose le interrogazioni presentate in Consiglio comunale per richiedere spiegazioni sul finanziamento non più concesso. L’Amministrazione comunale ha sempre chiarito nei dettagli i disguidi che hanno causato lo stop al progetto, respingendo con forza illazioni e calunnie e invitando chi metteva in giro voci infondate a risponderne dinanzi ai giudici. Nella foto Davide Crastolla, Antonio Mancino e Sergio Nannavecchia.