Il Presidente della Fidas Demetrio Aresta ringrazia tutti gli amici che si sono complimentati per la realizzazione del carro allegorico Fidas in occasione del carnevale mesagnese. “I ringraziamenti sono da estendere a tutti quelli che hanno fatto sì che ciò avvenisse. A Piero che ha semplicemente espresso l’idea di metterci in discussione, a Giuseppe, Massimo, Andrea senior, Andrea junior, Annamaria, Enrica che hanno dato tanto in fase di realizzazione tecnica e in termini coreografici (Marcella e Augusto).
Siamo andati oltre ogni più rosea previsione e vedendoli sfilare, da semplice osservatore, mi sono sentito orgoglioso di rappresentarli, di vederli gioiosi, felici, ordinati e rispettosi, avendo la conferma che sono stati “grandi”, riuscendo a conciliare famiglia, lavoro, studio e tempo libero. Vorrei suggerire agli organizzatori e ai vari gruppi di lavoro di ogni singolo carro realizzato che dobbiamo far tesoro dello spirito di squadra, dell’esperienza, della voglia di fare e dell’entusiasmo che hanno contraddistinto il lavoro di quest’anno e dobbiamo essere ancora più orgogliosi se pensiamo di aver realizzato tutto con pochissimi sponsor e in un contesto economico particolarmente difficile”.
Il significato reale del carro Fidas è “Inno alla vita”. La presenza della grande palma, ripresa dallo stemma della città di Mesagne, sta a raffigurare l’intera cittadinanza mesagnese dalle cui braccia ( i rami della palma) viene donato il sangue, spirito vitale, che viene raccolto da due grandi mani che raffigurano tutte le persone (e sono tantissime) che ne hanno bisogno (talassemici, pazienti oncologici, vittime di incidenti stradali, pazienti da sottoporre ad interventi chirurgici invasivi, pazienti da sottoporre a trapianto d’organi etc…). Alla base della palma e delle mani vi è un terreno roccioso, arido che sta a rappresentare l’aridità dello spirito, la povertà d’animo, le paure che la Fidas vuole combattere. I palloncini che volano in aria rappresentano l’auspicio della vittoria sui pregiudizi, l’esplosione della vita come diritto di tutti, indistintamente, e non un privilegio per pochi. Ecco il perché dello slogan “donare è vita”.