Finalmente un caso di buona sanità. Denise Neri, mamma di due bambini colpiti da una brutta influenza che, inizialmente, era stata scambiata per Seu, sindrome emolitico uremica, ringrazia pubblicamente il dottor Mario Scoditti, mesagnese di nascita ma brindisino d’adozione, primario del laboratorio di Patologia clinica dell’ex ospedale “Antonio Di Summa”, per aver trovato la cura per i suoi bimbi. Questa la lettera della signora Denise Neri: “Ho due bambini che, loro malgrado sono stati i protagonisti di un increscioso episodio. Tutto ha inizio con una febbre altissima che colpisce il mio figlio maggiore (5 anni). Inizialmente ho pensato ad una sindrome influenzale, ma nel giro di 24 ore i sintomi erano riconducibili alla Seu (sindrome emolitico uremica), che in quel periodo ha fatto registrare diversi casi in Puglia. Mi metto alla frenetica ricerca di qualche indicazione e scopro che 4 bambini affetti da questa sindrome erano stati ricoverati all’ospedale pediatrico “Giovanni XIII” di Bari. Senza pensarci troppo, corriamo subito lì. Il giorno dopo ricoveriamo anche il bimbo più piccolo con la stessa sintomatologia. Continuavano a ripetermi che se fosse stata la Seu ce ne saremmo accorti dai sintomi, un tentativo di convincimento che non funzionò con me, avevo paura e non potevo aspettare che i miei figli avessero bisogno di un’emotrasfusione. L’istinto di mamma e la voglia di capire fino in fondo cosa stesse accadendo, mi spingono nuovamente davanti al pc. Nuove ricerche mi conducono al nome di un medico, il dott. Mario Scoditti, primario dell’Unità Operativa Complessa del Laboratorio di Patologia Clinica Distrettuale. Con mia somma sorpresa, scopro che è stato l’unico medico in tutta la Puglia ad aver ordinato il kit che con un semplice esame delle feci, identifica la tossina che provoca la Seu. È a lui che voglio dire ‘grazie’. La sua disponibilità, la sua umanità e la sua professionalità, hanno fugato i nostri terribili dubbi in 48 ore. I miei figli non avevano contratto la Seu e a scoprirlo è stato un direttore di un laboratorio distrettuale e non un ospedale accreditato per la gestione di questa emergenza. Per me adesso l’incubo è passato, e non sto qui a recriminare, denunciare, insultare, ma sono qui per ringraziare il dott. Scoditti, esempio di quel briciolo di buona sanità che ancora ci è rimasta. Grazie di cuore per la professionalità e l’umanità dimostrata nei nostri confronti. Grazie per aver messo a nostra disposizione la sua esperienza e tanta, tanta umiltà. Grazie!”.
Finalmente un caso di buona sanità
Post precedente
Ennesimo suicidio sull’altare della crisi
Iscriviti
0 Commenti