(di Marco D’Errico e Roberto Epifani) TORRE SANTA SUSANNA “Subito dopo l’attentato del 2008 che rischiò di ucciderlo, il mio assistito fece il nome di Giovanni Vantaggiato agli investigatori, ma non fu creduto da nessuno, tranne che dal comandante della stazione dei carabinieri di Torre Santa Susanna”. Così l’avvocato Raffaele Missere riferisce il contenuto delle parole dell’imprenditore agricolo di 47 anni, Cosimo Parato (nella foto), che nel tardo pomeriggio di ieri ha incontrato per breve tempo i giornalisti nel suo studio, a Torre Santa Susanna.
Pare che all’epoca Parato aggiunse che il benzinaio di Copertino confezionava gli ordigni a bordo del suo Yacht ormeggiato sulla costa jonica. Dichiarazioni che fecero scattare accertamenti e intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura, ma che non trovarono riscontri, sebbene Vantaggiato fosse da tempo attenzionato dalle forze dell’ordine, e il fascicolo venne di conseguenza archiviato.
L’attentato del quale Giovanni Vantaggiato si è autoaccusato avvenne 4 anni fa, a febbraio del 2008. Si indaga su altri gesti intimidatori andati a vuoto ma Vantaggiato ha ammesso solo quell’episodio. Parato, che Vantaggiato riteneva autore di una truffa ai suoi danni per un ammontare di oltre 300 mila euro nell’ambito di una fornitura di carburante non pagata e per la quale l’imprenditore agricolo è stato condannato il 19 aprile scorso dal Tribunale di Brindisi a due anni e due mesi di reclusione, pena sospesa, rimase ferito in maniera molto grave. Si salvò per miracolo e rimase ricoverato in Rianimazione al “Perrino” di Brindisi per alcuni mesi.
Secondo l’avvocato Missere, “va fatta luce su altri due episodi subiti dal mio cliente: l’incendio di un garage e di un’autovettura”. Sull’attentato di Brindisi il legale si è detto convinto, anche sulla base dell’esame di Vantaggiato avvenuto durante il dibattimento a carico del suo assistito, di trovarsi dinanzi a “una persona disturbata, ma capace di intendere e volere. Una persona in grado di colpire la scuola, se riteneva di aver subito un danno”. Lo sguardo sofferente che a tratti si perde nel vuoto, le gambe accavallate e i gesti nervosi.
Cosimo Parato, 47 anni, imprenditore agricolo di Torre Santa Susanna, parla con un filo di voce nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri nello studio del suo legale, Raffaele Missere, e non riesce ad articolare un discorso compiuto. Alle domande dei cronisti risponde a singhiozzo e senza mai entrare troppo nel merito delle questioni.
“Da quel giorno non vivo, ma sopravvivo” è l’unica frase che pronuncia con determinazione. Vantaggiato ha confessato di aver agito contro l’imprenditore torrese perché gli aveva fornito 342mila euro di carburanti senza essere mai pagato. L’avvocato Raffaele Missere ha dichiarato che il suo assistito proporrà ricorso in appello contro la sentenza del 19 aprile scorso, che l’ha riconosciuto colpevole di truffa condannandolo a due anni e due mesi di reclusione.
Il legale di Parato ha spiegato che vi sono i presupposti per impugnare la sentenza in quanto esisterebbero “bolle mai controfirmate dal suo assistito” e “pretese assurde in ordine ad aspetti contabili e amministrativi contestati da Vantaggiato a Cosimo Parato, il quale parlando con i giornalisti ha negato di aver mai truffato il benzinaio stragista.
La mattina del 24 febbraio 2008, l’imprenditore agricolo scampò alla morte per un soffio. Una bici con il telaio imbottito di esplosivo saltò in aria proprio mentre montò in sella impugnando le estremità del manubrio. Lo scoppio venne innescato a distanza con un telecomando. Dopo il tremendo boato, si levò un grido straziante: le schegge metalliche gli devastarono l’addome facendogli fuoriuscire parte dell’intestino.
Parato venne trasportato all’ospedale di Brindisi dove i medici riuscirono a salvargli la vita, ma i postumi del grave ferimento lo costrinsero ad altri numerosi interventi. Oggi vive con gravi menomazioni a carico dell’intestino. Ora però, in seguito alla confessione del bombarolo di Copertino, il fascicolo sarà riaperto per tentato omicidio e detenzione e trasporto illegale di esplosivi. L’avvocato Missere, definendo eccellente il lavoro svolto dai magistrati Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, ha annunciato di volerli incontrare nei prossimi giorni.
Cosimo Parato si è intrattenuto pochissimo con i giornalisti, che cercavano affannosamente di ottenere una pur parziale risposta che potesse chiarire anche solo in parte i suoi rapporti con Giovanni Vantaggiato. Gli è stato chiesto se l’avesse riconosciuto nei fotogrammi pubblicati subito dopo l’attentato alla “Morvillo Falcone”, ma la risposta è stata negativa.
L’uomo, ha spiegato il suo legale, non ha potuto sostenere la discussione e lo stress della situazione per gravi motivi di salute che riducono drasticamente la sua autonomia e lo costringono a tornare a casa. Adesso che l’assassino ha confessato, sono in molti a dire che i sospetti erano fondati e che non si trattava di attentati riconducibili alla Scu. Primo tra tutti, lo stesso Cosimo Parato, che porta sul suo corpo i segni indelebili della vendetta di un uomo dagli spiccati istinti criminali, che forse avrebbe tentato nuovamente di ucciderlo.
Difatti, l’ha detto chiaramente al cospetto dei magistrati nel corso dell’ultimo interrogatorio che odiava l’imprenditore torrese per la presunta truffa subita. Il benzinaio bombarolo, reo confesso di strage, non aveva alcuna remora se si trattava di recuperare crediti. Il denaro rappresentava il bene più prezioso. Un valore che si sostituiva alle regole del vivere civile, al rispetto per la vita umana.