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“Ho sbagliato, ho pagato il mio debito con la giustizia, ma adesso che ho riacquistato la libertà lo Stato mi deve dare la possibilità di reinserirmi nel mondo del lavoro”. Cosimo Monte (nella foto), 33 anni, fu arrestato 19enne nel 2006 nell’operazione “Rintocco” che portò in carcere una frangia vicina alla Nuova Sacra Corona unita dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti ed all’immigrazione clandestina. Cosimo dopo 12 anni di carcere fu scarcerato e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Ma nel 2014 fu nuovamente arrestato, questa volta ai domiciliari, per non aver rispettato le prescrizioni impostagli dal giudice con la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e in più fu trovato alla guida di un’auto nonostante gli fosse stata revocata la patente. “Tornato
libero – spiega Cosimo – chiesi ed ottenni dalla Prefettura di Brindisi il nullaosta per riprendere la patente. Partecipai alla scuola guida spendendo una notevole cifra. Ma ne avevo bisogno. Grazie alla patente di guida lavoravo con una ditta per la consegna a domicilio di prodotti alimentari. Ora con la revoca della patente sono disoccupato e non so come vivere. Questa è una legge ingiusta”. “Per una disfunzione procedurale quando 2006 gli fu notificato il provvedimento di sorveglianza speciale, nessuno all’epoca aveva provveduto a ritirargli materialmente la patente – spiega il suo avvocato di fiducia Rosanna Saracino -. Quindi uscito dal carcere, Cosimo si ritrovò con la patente di guida”. In Commissariato a Mesagne gli dissero che sino a quando non sarebbe arrivata la revoca dalla Prefettura poteva guidare. Cosimo, come dicevamo, trovò lavoro. Un giorno fu fermato e al terminale risultò che la sua patente era sospesa. Fu arrestato nuovamente per violazione della sorveglianza. Si sosteneva che lui avesse artatamente nascosto la patente omettendo di consegnarla. “Ma così non è”, spiega l’avvocato Saracino. E oggi che la sorveglianza speciale gli è stata revocata? “Rimane senza patente perché per il pacchetto di sicurezza del 2011 non possono più conseguire la patente di guida coloro che erano stati sottoposti alla misura della sorveglianza speciale o coloro che erano stati condannati per stupefacenti. Quindi non può più conseguire la patente”. Per Cosimo questa è una ingiustizia che, di fatto, gli vieta di lavorare. “Cosimo vuole fare ricorso in Appello – conclude l’avv. Rosanna Saracino – Nel frattempo abbiamo presentato ricorso al Ministero dei Trasporti per la revoca della patente perché la Prefettura di Brindisi prima diede il nullaosta ma il giorno degli esami arrivò il diniego. Siamo di fronte ad un evidente contrasto di provvedimento”. Sul ricorso il Ministero non si è ancora pronunciato. “E io come faccio a vivere”, conclude Cosimo Monte.