Egr. Direttore, da assiduo lettore di “Mesagnesera”, non potevo non gustarmi il suo commento alla serata di presentazione del bando per l’assegnazione dei locali di piazza Dei Commestibili. Mi hanno colpito alcuni passaggi dell’intervento del Sindaco il quale mi pare di aver capito ha così, più o meno, argomentato: “Piazza Commestibile deve essere aperta (non importa come), mentre la visione compiuta del centro storico, la sua tutela e integrazione con il resto del tessuto urbano sarà materia del tempo a venire”. Dichiarazioni di tal fatta lasciano sgomenti e al tempo stesso indignano poiché proferite da chi in campagna elettorale aveva assicurato che avrebbe riportare Mesagne in serie A trascinandola fuori dal pressapochismo e l’improvvisazione in cui era stata precipitata dalle precedenti Amministrazioni. Duole invece constare che il Sindaco, al pari dei suoi recentissimi predecessori, non è capace di andare al di là del proprio naso ma con un aggravante: mentre Incalza e Scoditti erano dei neofiti, Molfetta siede da un quarto di secolo in Consiglio Comunale, è stato per dieci lunghi anni Presidente della Commissione Consiliare Uso ed Assetto del Territorio, per quattro anni Assessore all’Urbanistica con delega al centro storico; in questa veste pretese ed ottenne l’apertura nel cuore della città “Dell’Ufficio Per il Centro Storico” e volle, fortemente volle, un consulente personale individuato nella figura dell’arch. Enzo Longo, da San Vito dei Normanni, con il quale organizzò anche un convegno di due giorni – costato qualche soldino alle casse comunali – dal titolo suggestivo “Il Centro Storico Liberato”. Con tale pedigree e a otto mesi dalla sua elezione a Sindaco mi sarei aspettato, se non proprio una idea definita, almeno una traccia una ipotesi di lavoro sul futuro del nucleo abitativo più antico di Mesagne. Molfetta, invece, rimanda l’appuntamento con la storia e dopo 25 anni, ancora alla ricerca della pietra filosofale, affida il destino del centro storico alle proprietà taumaturgiche di una non meglio precisata Task Force: per caso saranno i gloriosi incursori del Battaglione San Marco ad illuminare il salotto buono dell’urbe?
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