Nonostante le continue rassicurazioni gli ascensori dell’ospedale Perrino di Brindisi continuano a non funzionare o, nella migliore delle ipotesi, a funzionare a singhiozzo. Nella foto scattata da un parente in attesa che il proprio congiunto uscisse dalla sala operatoria, si nota la barella del paziente appena operato in attesa, assieme ad infermiere e parenti, che arrivi l’ascensore per riportarlo nelle propria stanza. Sembrano scene di ospedali di guerra o da terzo mondo. Invece siamo qui, a Brindisi, al Perrino, il cosiddetto “ospedale d’eccellenza”. La nostra sanità pubblica, nonostante i continui proclami, è prima solo nella graduatoria delle spese. Nel bilancio della regione Puglia, anzi dello Stato, la prima spesa è per la sanità. Ma la qualità del servizio è ultima in graduatoria.
Non è il caso di aggiungere che i poveri pazienti durante le lunghe attese e nonostante siano coperti, sono congelati, che il frastuono e le grida per chiamare l’ascensore non è il migliore viatico per iniziare la convalescenza, e che non di rado bisogna dare la precedenza alla barella dell’infermiere che, al termine del turno di lavoro, vuole scappare via perché stanco.
I lettori ci scrivono. Al Perrino lunghe attese per l’arrivo degli ascensori
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