Il Coordinamento di Italia in Comune di Mesagne ieri ha presentato una interrogazione al Sindaco per fare chiarezza sulla vicenda dell’invio, a tantissimi contribuenti mesagnesi, degli avvisi di accertamento relativi all’Imu 2013, con i quali si contestava il tardivo versamento oltre 90 giorni di parte dell’imposta in questione. “La presentazione di tale istanza – si legge nella nota – si è resa necessaria attese le informazioni pervenute, sia a mezzo stampa che direttamente da tanti cittadini, secondo le quali le cartelle emesse conterrebbero calcoli inesatti o addirittura pretese manifestamente infondate. Inoltre in tutto questo si registra il silenzio assordante dell’amministrazione, soprattutto quello del Sindaco, che sulla vicenda avrebbe dichiarato di non esserne a conoscenza. Ci chiediamo come può il Primo Cittadino, che è anche assessore al bilancio, non essere informato, nei dettagli, di un procedimento così importante che ha un’incidenza rilevante sul bilancio comunale? Chi pagherà, dunque, se sarà accertato che vi è stata negligenza in questa vicenda? Saranno sempre i cittadini? È il caso di puntualizzare che se vengono fatte spese inutili (quelle delle raccomandate ad esempio) si sottraggono risorse al bilancio, magari necessarie per erogare servizi ai cittadini. Nell’istanza sopra menzionata si è chiesto, fra altro, quanti avvisi di accertamento sono stati emessi; a quanto ammontano le spese postali e gestionali; se si è proceduto ad annullare in autotutela gli accertamenti infondati e a rettificare quelli errati; se si è provveduto o si provvederà a rimborsare i contribuenti che hanno già pagato somme non dovute; se sono state registrate nella voce delle Entrate del bilancio di previsione somme “fittizie”; se si sta procedendo ad accertare eventuali responsabilità amministrative e contabili e se si potrà determinare un danno erariale per l’Ente ed infine, abbiamo chiesto al Sindaco, se non ritiene che le procedure inerenti il recupero di somme evase o eluse alla fiscalità locale debbano essere istruite non a ridosso delle scadenze quinquennali, in quanto si potrebbe andar incontro ad errori (come nel caso di specie) o notifiche tardive, ma almeno un anno prima del termine di prescrizione”.
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