Giuseppe Giannini (nella foto), 65 anni, lo troviamo in lacrime in piazza Porta Grande. Ci ha chiamati perché vuole parlare, vuole raccontarci la sua storia, una storia di mala sanità. Una delle tante, troppe storie che siamo costretti a registrare in questo territorio nonostante le belle e rassicuranti parole che ci disse qualche settimana addietro il nuovo Direttore generale dell’azienda sanitaria brindisina, dott. Giuseppe Pasqualone. Il problema. Giuseppe è rimasto ricoverato al Perrino per venti giorni. Gli accertamenti clinici hanno confermato che i reni non funzionano e per la prima volta nella sua vita si dovrà sottoporre a dialisi. Giuseppe è preoccupato ma i medici lo assicurano e lo preparano. “Dovevo iniziare la dialisi lunedì scorso, poi mi rinviarono a martedì, infine a mercoledì. Giovedì non so perché mi hanno detto di tornare a casa e che mi avrebbero richiamato tra qualche giorno. Cosa sia accaduto non lo so, nessuno mi ha spiegato il perché mi hanno mandato via. Anzi con le membrane già inserite al collo, mi hanno raccomandato di non prendere infezioni perché potrei correre gravi rischi”. Giuseppe, un faccione scavato dalla fatica del lavoro di contadino, non ha nessuno che lo possa accudire e aiutare. “Come faccio a non prendere infezioni non lo so – dice -. Ma perché mi hanno mandato a casa in queste condizioni?”.
In attesa di dialisi, lo mandano a casa
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