Si saprà il prossimo 23 luglio se è di competenza del tribunale di Mesagne discutere il processo a carico dei tredici imputati rappresentanti di due società del nord, la Silpar srl e la Enersol srl, che diedero inizio ai lavori di costruzione di due impianti contigui per la produzione di energia elettrica fotovoltaica della potenza di 2 mega watt in contrada Argiano. Una suddivisione artificiosa di un unico impianto allo scopo di eludere la procedura prevista per il rilascio dell’autorizzazione unica regionale e per ottenere indebitamente gli incentivi erogati dalla Gse, ente che fa capo al Ministero delle Finanze.
I legali della difesa hanno sostenuto che è competenza tribunale di Roma.
Al processo, che ha avuto inizio ieri presso il tribunale di Mesagne, si sono costituiti parte civile la Regione Puglia, il Gse ed il Comune di Mesagne, rappresentato dall’avv. Carmelo Molfetta. Al Comune di Mesagne non è stata sollevata alcuna eccezione per la costituzione di parte civile.
Gli imputati dovranno rispondere di aver fortemente compromesso da tutti i punti di vista una vastissima zona sita in contrada Argiano: una campagna completamente deturpata, una volta nota in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti agricoli.
Gli imputati dovranno rispondere di violazione di tutte le leggi del settore edilizio, urbanistico, ambientale. I campi fotovoltaici non solo hanno imbruttito irreversibilmente il territorio, ma ne compromettono anche l’ambiente. Sessanta ettari di terreno agricolo, con impatti negativi di tipo percettivo, visivo, storico e culturale, sull’ecosistema, sul paesaggio e sulla fauna. Impianti realizzati in campagna, a ridosso di vigneti, frutteti, uliveti e varie altre colture. La presenza di questi campi fotovoltaici hanno vanificato la bellezza, la storicità del lavoro umano dei nostri contadini, un lavoro di secoli e di millenni di almeno 80 generazioni. Hanno realizzato opere che arrecano danno all’ambiente che risulta fortemente compromesso, dove è stata ignorata la benché minima tutela del territorio che ha subito una selvaggia lottizzazione abusiva.
Il Comune di Mesagne in questi anni si è più volte soffermato su questa questione promuovendo più incontri: un impegno incessante nell’ambito sociale ed etico che hanno indotto il sindaco Franco Scoditti a decidere di dare mandato all’avv. Molfetta per difendere i diritti di questa città troppo spesso calpestata, con gravi conseguenze per un errato sfruttamento del suo territorio. Il Comune chiederà danni patrimoniali e morali perché il suo territorio è stato alterato provocando un notevole danno alla collettività . Anche Massimo Ferrarese, Presidente della Provincia di Brindisi, ha più volte sottolineato l’esigenza di una nuova linea politica che salvaguardi il paesaggio ed il territorio ultimamente deturpato, anche esteticamente, dall’istallazione di impianti fotovoltaici; territorio che ha già dato molto in termini di energia: basti pensare alle tre centrali Eni, Edison ed Enel. E allora? Non è giusto proteggere quanto la natura ha voluto donarci? Non solo. Il Comune di Mesagne chiederà tramite il suo legale di fiducia, anche altri danni in quanto gli imputati hanno indotto in errore i funzionari comunali, l’ing. Claudio Perrucci, dirigente responsabile dell’Ufficio Urbanistico comunale, che è stato tratto clamorosamente in inganno con le condotte poste in essere dagli imputati. E chiederà il risarcimento dei danni morali in misura non inferiore a 100 mila euro. Tra i tredici imputati un solo brindisino, il proprietario dei terreni, Cosimo Romanelli; i restanti sono tutti di Torino dove hanno sede le due società , la Solmar srl e la Enersol, srl.