Il Comune ha emesso un bando per la gestione del canile comunale di contrada “Casacalva” che ospita circa 450 cani randagi per un periodo di 3 anni per un importo di 690 mila euro più Iva.
Il capitolato prevede a spese dell’appaltatore di una serie di servizi. Fra questi: accudire gli animali ospitati, provvedere alla loro alimentazione sana ed adeguata e garantire un servizio di ricezione diurno e notturno; garantire la igienicità e pulizia degli ambienti adibiti alla ospitalità dei cani; garantire una corretta e puntuale gestione amministrativa del canile rifugio e sanitario; attivare progetto per incentivare adozioni; attivare la campagna di sensibilizzazione e di informazione soprattutto nelle scuole; provvedere, mediante associazioni animaliste di volontariato presenti sul territorio, al controllo dei cani randagi rimessi sul territorio; curare la manutenzione ordinaria della struttura; provvedere alla fornitura del mangime dei per cani adulti e per cuccioli e di tutto il materiale occorrente per il canile a proprie spese e cura; provvedere alla vigilanza diurna e notturna; prelievo ed eliminazione dei liquami biologici; garantire la sgambatura dei cani, ecc.
Sono a carico del gestore anche le spese per l’approvvigionamento idrico; per le utenze elettriche e telefoniche; per l’eliminazione dei rifiuti civili e speciali (reflui e fanghi); per l’acquisto di farmaci, antiparassitari, vaccini per i cani nel canile rifugio e per l’acquisto e l’utilizzo di diserbanti, disinfestanti, igienizzanti per l’ambiente.
Inoltre si obbliga l’appaltatore a mantenere lo stesso personale già in servizio presso la struttura, composto da 7 unità a tempo pieno.
La cooperativa sociale Terra Viva, che ha gestito sino a pochi giorni addietro il servizio, ha inviato una tabella riassuntiva del personale impiegato che specifica l’inquadramento economico e l’orario di lavoro dei 7 lavoratori ora impiegati nel canile comunale.
Il consigliere Magrì del Nip nell’interrogazione chiede al Sindaco di conoscere quali sono le ragioni e le norme per le quali si obbliga la società vincitrice del bando ad assumere tutti i dipendenti della vecchia cooperativa; se è stata esaminata attentamente la tabella della cooperativa Terra Viva allegata al capitolato d’oneri; se sono stati quantificati complessivamente i costi da sostenere per il personale.
“Da una valutazione dei dati riportati nella emerge che i costi finali per ogni lavoratore che la cooperativa dovrebbe sostenere porterebbero presumibilmente coprire l’intero importo. E allora – si chiede Magrì – come potranno essere garantite tutti gli altri obblighi?”. Chiede se è reale l’impiego a tempo pieno del personale come riportato nella tabella Terra Viva che assorbirebbe circa il 90% dei costi del servizio di affidamento; se il bando in questione, tutela la vita, la salubrità dei cani nella essenzialità di avere almeno una razione di cibo, e una idonea tutela igienico sanitaria vista l’esiguità, quasi nulla, delle risorse rimanenti oltre la copertura dei salari; se ciò non può rappresentare un deterrente alla partecipazione di altre cooperative sociali al bando in parola; se non si debba rivedere la base d’asta tenuto conto della impossibilità di poter garantire a tutti gli obblighi di affidamento così come previsti al punto sei nel sopra citato capitolato d’oneri.