Caos e disagi al Cup (Centro unico prenotazioni) dell’ospedale San Camillo de Lellis di Mesagne: qui è di casa una continua odissea. Sportelli aperti dalle ore 7.30 alle 12 30, tutti i giorni. Il sabato, un solo operatore a disposizione del pubblico dalle ore 7.30 alle 12,00. Presso il servizio prenotazioni e riscossioni ticket si attende una giornata intera con il biglietto in mano. Il traguardo? Raggiungere uno dei due sportelli che devono servire dai 400 ai 500 utenti. Ogni giorno. Un flusso interminabile di persone in paziente attesa. La pazienza tipica, storica, atavica della gente del sud. Ma siamo nel 2013. Proteste e utenti che minacciano di chiamare le forze dell’ordine. Siamo di fronte – dicono – ad un’altra giornata campale: una delle tante. L’ennesima, prodotta da un sistema che si conferma lento anche a causa del personale insufficiente.
C’é già la coda qualche ora prima che aprano gli uffici. L’atmosfera è incandescente nonostante che il freddo della mattinata: più tardi l’atmosfera si riscalderà ancora alimentata da qualche parola grossa e dalla tensione che si taglia a fette. Tra la gente c’é stanchezza. Tanta. “E’ sempre la solita storia. Passano gli anni ma il Cup di Mesagne si conferma un’odissea”, dicono i cittadini. Il personale in servizio, insufficiente a smaltire l’enorme mole di richieste di assistenza sanitaria che arriva ogni giorno, si stringe nelle spalle. Ci sono solo due sportelli operativi: dovrebbero esserne aperti tre. Il terzo sportello, aperto ma poi chiuso in estate per venire incontro alle esigenze provenienti da S. Pancrazio. Ma l’estate è passata, siamo a metà ottobre: E gli sportelli sono rimasti due nonostante che gli stessi operatori abbiano lamentato per un servizio dai ritmi forsennati, nonostante le preoccupazioni degli utenti. Subire, bisogna subire. In silenzio, in paziente attesa per una prenotazione da ottenere magari tra qualche mese. La “macchina” della sanità continua a perdere colpi.
La “macchina” della sanità continua a perdere colpi
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