E’ quanto sostiene la Dia (Direzione investigativa antimafia) che ha presentato al Ministro dell’Interno Minniti una relazione dettagliata relativa agli ultimi sei mesi dello scorso anno. Secondo la Dia, infatti, la Sacra Corona Unita esiste ancora e gestisce l’enorme traffico di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana, proveniente dalla vicina Albania. Un vero e proprio business che ha messo d’accordo i boss storici della Scu con le nuove leve. Ci sarebbe, pertanto, una sostanziale fase di stabilità tra i sodalizi locali criminali. Tuttavia sembrano affacciarsi sul panorama criminale locale nuove formazioni delinquenziali, pronte ad organizzarsi in proprio per gestire il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti che hanno assunto dimensioni e caratteristiche enormi gestite con realtà criminali albanesi. Le nuove leve approfittano della minore forza degli storici sodalizi criminali, dovuta anche alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Le cronache giudiziarie degli ultimi decenni riferiscono di dichiarazioni di pentiti che svelano segreti e sono alla base di una serie di arresti. I verbali dei collaboratori di giustizia sono ancora coperti da omissis in attesa della conclusione delle indagini. Da ricordare le dichiarazioni spontanee rese da Ercole Penna, Francesco Gravina alias Gabibbo e Sandro Campana, l’ultimo dei collaboratori, diventato il primo accusatore del fratello Francesco, condannato anche all’ergastolo. Attualmente si vive una fase di relativa calma, sancita dal patto di non belligeranza come documentato negli atti giudiziari dell’operazione denominata “Pax”442. Un patto voluto dai due maggiori sodalizi operanti nella provincia al fine di evitare azioni repressive dello Stato. I due sodalizi sono quello dei “tuturanesi” e la frangia dei “mesagnesi”. In tale situazione, i boss mesagnesi, anche se detenuti, riuscirebbero a mantenere, tramite loro referenti, un ruolo attivo sul territorio. I due sodalizi avrebbero conservato nella città di Brindisi in provincia il controllo del mercato degli stupefacenti, con delle eccezioni: ad alcune emergenti leve criminali sembra essere stata consentita la conduzione in autonomia delle attività illecite, a condizione che una parte dei compensi venga destinata al mantenimento dei detenuti e dei loro familiari”. Le somme incassate in tal modo danno vita a una cassa comune a cui attingere in caso di necessità.
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