Contributo dell’avv. Carmelo Molfetta – a sinistra nella foto – alla iniziativa dell’associazione Di Vittorio “Giornata della Resistenza”.
Sono nati insieme. Come i fratelli siamesi, la Repubblica Italiana e La Costituente nacquero non solo lo stesso giorno, ma proprio attaccati uno all’altro il 2 giugno 1946. Gli italiani scelsero la Repubblica e contestualmente votarono per l’elezione dei componenti per la Assemblea Costituente. In quel preciso giorno il popolo italiano si lasciava alle spalle un lungo e nefasto periodo di sofferenze e di privazioni dei principi più elementari di democrazia e libertà.
Lasciarono alle loro spalle le leggi razziali, quelle attraverso le quali il regime fascista aveva intrapreso la strada del razzismo di Stato come elemento identitario di una società che voleva plasmare i cittadini con i connotati della separazione razziale: l’”uomo nuovo” fascista ne era il modello. Si lasciarono alle spalle “le leggi fascistissime” quelle che misero fuori legge gli avversari politici dichiarandoli decaduti. (120 deputati decaduti dal mandato su proposta di Farinacci; scioglimento dei partiti politici deliberata dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’interno Federzoni; il partito socialista unitario di Matteotti e Turati era già stato sciolto): una vera e propria ecatombe di democrazia.
Le stesse leggi che istituirono il Tribunale speciale, vararono le nuove norme di pubblica sicurezza liberticide, che compressero la libertà di associazione politico – sindacale al punto di istituire l’obbligo di consegnare tutte le informazioni sui componenti, praticamente furono schedati, pena severissime sanzioni che arrivavano sino allo scioglimento o a sanzioni personali sugli stessi
componenti.
“I funzionari ed impiegati ed agenti di ogni ordine e grado civili e militari, dipendenti da qualsiasi amministrazione dello Stato, che per ragioni di manifestazioni compiute in ufficio o fuori di ufficio, non diano piena garanzia di un fedele adempimento dei loro doveri o che si pongano in condizioni di incompatibilità con le generali direttive politiche del governo” erano dispensati (cioè licenziati) dal servizio. Poi ci fu la follia delle guerre per avere “un posto al sole” e l’orrore della seconda guerra mondiale.
Un popolo snervato, spesso disonorato dalla delazione di cui rimasero vittime migliaia di ebrei depredati di tutto sino al bene più alto della vita cremati nei campi di concentramento, riscattò il proprio onore con la Guerra di Liberazione dal fascismo e dal nazismo.
La scelta di campo, allora come anche oggi, fece la differenza. Dirimente fu la domanda che Bobbio rivolse a De Felice: “chiediamoci se avessero vinto gli altri cosa sarebbe accaduto?” La domanda rimase tragicamente senza risposta. Queste macerie, non solo quelle materiali della guerra, ma anche quelle più profonde causate da una sorta di lobotomizzazione di un intero popolo, non impedirono al Popolo Italiano di riprendersi il proprio onore e dignità attraverso la Lotta di Liberazione.
Il 2 giugno 1946 scelse la Repubblica come forma istituzionale, immodificabile (art. 139 Cost.), dello Stato Italiano. Lo stesso giorno il Popolo Italiano votò anche per la elezione dei rappresentanti nella Assemblea Costituente. A questo organismo, in rappresentanza di tutto il popolo, fu affidato il compito di costruire le fondamenta di un nuovo stato, dello Stato di Diritto della Repubblica Italiana basato sui principi cardini delle democrazie, del lavoro fondamento della Repubblica, della uguaglianza, della legalità, della distinzione dei poteri dello Stato, della solidarietà, dei diritti di libertà nonché dei doveri che necessariamente un popolo partecipe a sua volta, è tenuto a garantire nei confronti dello Stato (art. 4 Cost.).
Così si strinse un nodo, che non si può sciogliere, tra la scelta della Repubblica e la Carta Costituzionale: senza di una l’altra non può esistere. Non è indifferente scegliere da che parte stare perché “Siamo tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla Storia.” (Italo Calvino)
Buona Festa della Repubblica a tutti Mesagne 24 maggio 2018 Carmelo Molfetta
La scelta fondamentale: la Repubblica Italiana
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