Monsignor Arciprete, Reverendo Vicario Foraneo, Reverendi Padri Carmelitani, Parroci e Clero tutti, Autorità Civili e Militari, concittadini carissimi;
ci ritroviamo anche quest’anno come per i precedenti in piazza Vittorio Emanuele II allo scopo di partecipare insieme ad una festa di popolo che è insieme rito religioso ed espressione di un sentimento laico collettivo; un luogo che per tantissimi anni ha rappresentato il crocevia della vita cittadina, dove soprattutto aveva luogo il traffico dei commerci, lo scambio delle esperienze, e dove si sono contaminate le vicende umane di tanti nostri concittadini. A vigilare su di noi, col trascorrere dei decenni e poi dei secoli, lo sguardo benevolo della gloriosa Vergine del Carmelo, eletta e proclamata protettrice e patrona della Città il 30 aprile del 1651. Da quel momento, il popolo mesagnese ha vissuto orgogliosamente il rito simbolico della consegna delle chiavi della Città a Maria, così affidandoLe il proprio destino e chiedendoLe protezione.
La celebrazione che oggi rinnoviamo assume perciò la valenza di un atto di fede condivisa e profonda, perché fondante il patrimonio del nostro spirito comunitario, di fiducia di un popolo ed insieme di una poderosa occasione di verifica etica e morale tanto della coscienza collettiva quanto di quelle individuali, compiuta attraverso il recupero della memoria storica.
Non è dunque una semplice tradizione da rispettare, accudire e tramandare, la nostra, ma una necessità a cui aderire con consapevolezza e passione. La consegna delle chiavi è di per sé un incomparabile gesto di fiducia; non permetteremmo, infatti, l’ingresso nelle nostre case a qualcuno sul quale non nutrissimo la fiducia più assoluta, ma soltanto a chi avesse meritato la nostra stima, la nostra sentita considerazione.
In questa occasione – che rappresenta certamente il più alto e significativo momento pubblico della comunità mesagnese – noi intendiamo esprimere l’affidamento di un popolo a Colei che ha saputo stendere su di noi il Suo Manto ed offrirci la Sua preziosissima Guida.
Certamente, però, non possiamo limitarci a racchiudere l’ansia della nostra dedizione dentro queste giornate di festa, per poi ritornare ipocritamente nella famiglia, nei luoghi di lavoro o di svago trascurando oppure ignorando l’insegnamento di questa occasione di riflessione comunitaria. Perché dev’essere chiaro che la devozione verso la Protettrice è la precisa misura della nostra volontà di emanciparci dai vizi e dai mali che affliggono la società contemporanea e la stessa comunità cittadina mesagnese.
Affidarci alla Madonna non può voler significare la nostra deresponsabilizzazione, ma anzi assume il senso di un maggiore e solenne impegno di responsabilità: a rifuggire dall’individualismo, a sanare gli egoismi quotidiani, a fronteggiare le violenze con la pace e la ragionevolezza, ad agire con onestà, a coltivare l’orientamento del bene comune, a stabilire e rinsaldare la coesione e la solidarietà con l’altro, a creare condizioni stabili per una convivenza civile migliore e proficua.
Oggi è festa, è festa per tutti noi che siamo raccolti col vestito buono in procinto di passeggiare per le vie della nostra bella Città e scambiare un saluto con chi incontreremo; è festa per coloro che non hanno potuto esserci fisicamente ma lo sono col cuore e con lo spirito, lontani per ragioni di salute o di lavoro ed ai quali rivolgiamo il nostro pensiero ed un carissimo saluto.
Voglio rivolgere il ringraziamento dell’Amministrazione Comunale al Comitato Organizzatore della Festa Patronale per aver saputo compiere ancora una volta in maniera esemplare lo sforzo per allestire questa ricorrenza, pur nella stretta finanziaria dell’ente locale (che comunque ha erogato la medesima cifra dello scorso anno) e nella difficile congiuntura economica di imprese e cittadini.
Ma questa non è e non può essere una festa vissuta col cuore leggero, in maniera spensierata.
A questa festa manca il sorriso di una nostra giovanissima figlia, Melissa, la cui innocente vita è stata strappata dalla barbarie della follia umana, mancano la leggerezza e la dolcezza di alcune sue amiche e coetanee, Veronica, Vanessa, Azzurra, Sabrina e Selena, che combattono da quasi due mesi per una guarigione del corpo e della mente. A loro corre la nostra premura di padri e di amministratori, addolorati o preoccupati per la loro sorte ed il loro avvenire, dovendo necessariamente avviare una verifica delle nostre corresponsabilità.
L’immane tragedia che ha colpito alcune famiglie di nostri concittadini e la nostra stessa Città – una tragedia senza precedenti in Italia – ha marcato tuttavia le premesse di segno positivo da cui Mesagne può ripartire.
La solidarietà dimostrata, l’eccezionale mozione degli affetti destinata alle famiglie colpite, la compostezza e la sobrietà manifestate nelle occasioni più acutamente dolorose hanno mostrato il volto di una Città perbene, certamente molto diversa dai resoconti frettolosi ed improbabili di chi non ha avuto interesse a conoscere il cuore autentico della nostra comunità. Così, una società vittima è stata tramutata dall’approssimazione di alcuni mass media in società carnefice, compiendosi un atto di inaccettabile ingiustizia ai danni di donne e di uomini che quotidianamente hanno affrontato ed affrontano gli ostacoli delle avversità!
Noi non ci stiamo e non vogliamo restare vittime inerti. Lo status quo della sicurezza della nostra Città, come quella di tante altre Città del territorio circostante, non è dei migliori: ne siamo consapevoli. Segnali inquietanti della recrudescenza criminale fanno capolino dalle colonne della cronaca, mettono in allerta la nostra tranquillità, allarmano i nostri giorni. A questo quadro preoccupante sappiamo e possiamo opporre, come i mesagnesi hanno già dimostrato di saper fare, la forza delle nostre energie migliori: i giovani motivati dall’entusiasmo e dall’ispirazione della legalità, le famiglie sane ed operose, le parrocchie e le scuole volàno di precetti positivi, le associazioni che svolgono alacremente preziose attività, le imprese che pur con fatica garantiscono il diritto al lavoro, la classe dirigente interamente coinvolta nell’affrontare i sempre più gravosi e complessi problemi che attanagliano la vita pubblica.
Accanto a costoro, l’opera indefessa di magistratura e forze dell’ordine ci supporta con encomiabili risultati: a loro voglio rivolgere, oggi in modo particolare, la gratitudine dell’Istituzione Comunale.
E’ questo quindi il corpo unico e saldo che viene messo alla prova di ora in ora e la cui sorte morale e materiale affidiamo alla intercessione della Madonna del Carmine.
In qualità di primo cittadino, sento così il dovere di richiamare ciascuno di noi ad uno sforzo maggiore, come per un patto responsabilmente stipulato tra membri di una stessa comunità, alla presenza discreta e luminosissima della Santissima Vergine del Carmelo.
Chiediamoci se ad oggi abbiamo saputo riconoscere le discriminazioni e le emarginazioni e se le abbiamo bandite dal nostro costume morale; chiediamoci se abbiamo praticato in ogni momento la passione per la solidarietà e l’inclinazione alla generosità; chiediamoci se abbiamo lottato per tenere alto il vessillo dell’onestà, se abbiamo saputo garantire le giuste opportunità a chi aveva meno di noi, se abbiamo preservato il sentimento della giustizia, se abbiamo combattuto le oppressioni; se abbiamo infine lavorato per il progresso, per l’evoluzione della nostra civiltà, per consegnare alle generazioni che verranno una società degna di questo nome.
Non abbandoniamoci mollemente al corso del destino. Scriveva l’intellettuale e scrittore antifascista Ignazio Silone: «Il destino è un’invenzione della gente fiacca e rassegnata». I mesagnesi hanno già saputo dimostrare – attraverso indiscusse qualità umane e virtù civiche – e proprio nei frangenti più difficili la volontà di fabbricare un futuro differente.
Questo è insieme il mio augurio ed il mio appello chiedendone conforto alla Beata Vergine del Carmelo.
Grazie e buona festa a tutti voi.