I LETTORI CI SCRIVONO Il 18 settembre 2016, in occasione di una nostra diretta streaming, un nostro lettore inviò in Redazione un commento che pubblicammo. Lo stesso lettore, con memoria di ferro e un ricco archivio, ha ripreso quel commento ed ha scritto in redazione.
Egr. Direttore. La cronaca politica-amministrativa degli ultimi giorni spinge a due considerazioni. La prima: la luna di miele tra il Sindaco e la città si è conclusa nel peggiore dei modi. Cresce, al di là delle singole questioni di merito, il numero dei cittadini che comincia a dubitare delle capacità di Molfetta di tutelare al meglio la città e i mesagnesi. In questi sedici mesi di governo, Molfetta non soltanto non è riuscito ad avviare una politica di rilancio della città, ma non è stato capace neanche di lottare affinché i mesagnesi non vedessero peggiorate le loro condizioni di vita. L’Ospedale chiude, l’Arneo impone il pagamento del tributo, le Ferrovie dello Stato erigono il muro di Berlino, il trasporto pubblico soppresso e i servizi ai disabili ridotti. Molfetta accampa sempre le solite scuse colpa della Regione, colpa delle precedenti Amministrazioni, colpa dei tagli, sono Zorro con la spada non posso combattere guerre nucleari. Un’ammissione quest’ultima della personale impotenza e della resa incondizionata del Sindaco il quale ha deposto le armi prima ancora che la battaglia avesse inizio rinunciando, come neanche l’ultimo dei Commissari Prefettizi avrebbe fatto, a difendere a mani nude con le unghie e i denti gli interessi dei suoi concittadini.
La seconda: Molfetta è un uomo solo, abbandonato dagli alleati al proprio fato. Lo ha denunciato egli stesso pubblicamente ma oggi il suo sfogo ha trovato una plastica rappresentazione in occasione dell’incontro tenutosi presso il comando dei Vigili Urbani per la soppressione del passaggio a livello di via Damiano Chiesa. Seduto al tavolo affiancato, per dovere d’ufficio, solo dall’assessore ai Lavori Pubblici, Molfetta ha dovuto affrontare i cittadini. Dei consiglieri di maggioranza degli altri assessori neanche l’ombra. Mancavano, soprattutto, i maggiorenti quelli con cui Molfetta nel 2015 sottoscrisse un patto di sangue che gli consentì di essere eletto Sindaco.
Si dice che il destino di un uomo è scolpito nel nome; se ciò è vero quello (ovviamente politico) di Molfetta è già segnato. Nel 60 a.C. Cesare, Pompeo e Crasso, diedero vita al famoso triumvirato. “Pompeo avrebbe appoggiato la candidatura di Cesare, Cesare avrebbe fatto approvare i provvedimenti di Pompeo, Crasso avrebbe sostenuto la distribuzione delle terre ai veterani di Pompeo”. Tutti sanno come andò a finire. Il primo a cadere fu Crasso ucciso in battaglia dai Parti. Poi fu la volta di Pompeo che, venuto in rotta di collisione con Cesare, riparò in Grecia e poi in Egitto dove fu assassinato a tradimento. Ma anche Cesare non può dormire sonni tranquilli le “Idi di Marzo” prima o poi arrivano per tutti.
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