In merito all’articolo riportato in data 31 maggio l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Brindisi fa sapere che l’attività di vigilanza non è riconducibile all’Ufficio. Non è intervenuto nessuno degli Ispettori del lavoro per “sanzionare un imprenditore agricolo per via dei guanti e delle scarpe antinfortunistiche di cui erano sprovviste quattro donne intente alla spollonatura”. La notizia, si ricorderà, è stata riportata anche su La Gazzetta del Mezzogiorno, a firma di Federica Marangio.
“L’Ispettorato Territoriale del lavoro di Brindisi chiarisce che la notizia, lungi dall’essere attuale è relativa ad una attività svolta dallo Spesal in data 29.05.2017, per la quale ebbe a richiedere alla Gazzetta del Mezzogiorno la pubblicazione della smentita effettivamente intervenuta in data 1 giugno 2017. Nello stigmatizzare la reiterazione dell’errore, si evidenzia che l’attività cui è istituzionalmente preposto l’Ispettorato Nazionale del lavoro e le sue articolazioni territoriali (Ispettorati territoriali ) può ricondursi principalmente alla macro-area “Vigilanza” che afferisce alle attività di coordinamento, programmazione ed esercizio dell’azione ispettiva finalizzata alla verifica del rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, contributiva ed assicurativa nonché, entro i limiti già previsti per il personale ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, delle norme in materia di salute e sicurezza e alle connesse attività inerenti al contenzioso conseguente ai provvedimenti ispettivi adottati in materia di lavoro e di legislazione sociale.
Per questo gli Ispettori del lavoro e i Carabinieri del N.I.L. sono impegnati quotidianamente in accertamenti volti alla tutela dei lavoratori mediante la prevenzione ed emersione del lavoro nero, contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo, nonché alla verifica dell’utilizzo, soprattutto nel settore edile, di idonee misure per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori al fine di ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti al pericolo di infortuni anche di carattere mortale”.
L’ispettorato del lavoro non è intervenuto
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