Yanna (Giovanna) Kramer, tra un mese avrà 69 anni. Al Comune risulta l’unica cittadina olandese residente a Mesagne. Arrivò 48 anni fa, aveva 21 anni. Un baldo giovanotto mesagnese, Luigi Rini, emigrante in Olanda a Rhenen, l’aveva conquistata con un semplice occhiolino. Racconta. “Quel giorno la pioggia mi sorprese mentre assieme ad un’amica passeggiavo il cane. Ci riparammo sotto una pensilina dove c’era un giovane che mi guardò e mi fece un occhiolino. Cominciò tutto così”.
Yanna aveva 17 anni. Due anni dopo era già mamma di Antonio. Si erano sposati in chiesa, nonostante che Yanna non fosse cattolica.
Luigi Rini era finito in Olanda e non in Svizzera o Germania perché guardando in tv un film si era innamorato dei fiori e delle case olandesi. Dopo poco meno di due anni, però, voleva tornare a Mesagne. A Rhenen stava bene, lavorava in una fabbrica di legno, ma la sua passione era, ed è, la campagna. Tuttora, nonostante la veneranda età di 76 anni, ogni mattina lo trovi nel suo podere. “Anche io imparai ad andare a lavorare in campagna”, dice Yanna in perfetto italiano.
Sono passati tanti anni da quando Luigi e Yanna, da fidanzatini, si guardavano in faccia ma non riuscivano a comunicare. Adesso Lugi parla l’olandese e Yanna anche il dialetto mesagnese. “Non solo – ci interrompe -. Cucino bene le fave, faccio le orecchiette, il ragù, ecc.”. Come dire: è una mesagnese perfetta.
Dopo Antonio arrivarono altri due figlie: Clara ed Enrica e 4 nipoti. Che si sono trasferiti nella città di origine di mamma Yanna. “Quando si dice il destino. Io lascia la mia terra 50 anni fa: le mie figlie ed i miei nipoti hanno ripreso le mie radici”. Incredibile.
Yanna continua il suo racconto. “Arrivai a Mesagne nel 1963. Fu un viaggio lunghissimo per una vita completamente diversa da quella cui era legata. A Mesagne era tutto diverso dallo che avevo lasciato. C’era molta povertà: il pavimento della casa era in cemento mentre noi avevamo il parquet, il bagno era fuori al giardino, non c’era la doccia, niente frigo, lavatrice e telefono. Un altro mondo”.
E allora? “Restai perché il mio amore per Luigi era ed è troppo grande perché mi scoraggiassi. Certo ho passato momenti difficili, ho pianto per la nostalgia. In Olanda avevo lasciato la famiglia, una sorella e due fratelli, le amiche, mio padre che di notte piangeva perché diceva di avermi persa. Ma a Mesagne c’era Luigi ed i miei figli per cui i sacrifici che facevo non mi pesavano. Affrontavo tutto con grande gioia e andavo anche a lavorare in campagna per aiutare Luigi”.
Yanna e Luigi dopo 52 anni di matrimonio e nonostante la diversa mentalità, hanno resistito e stanno sempre insieme. “Sono contenta che Clara ed Enrica vivano a Rhenen. Vorrei stare con loro, crescere i miei nipotini, ma Luigi non lo lascerò mai.
L’olandesina nata in quella cittadina olandese piena di fiori tanto lontano, situata nella provincia di Utrecht, ci saluta e riprende la strada di casa tra le chianche del centro storico di Mesagne, in una giornata dal caldo africano, in un clima così diverso da quello che l’ha vista nascere.
Un fiore sradicato e trapiantato nel sud dell’Italia dove ha messo forti radici.