Libera, assieme a Anpi, Arci, Legambiente, Cgil, Fiom, Migrantes, ieri sera in Piazza Porta Grande ha organizzato un momento di riflessione indossando una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità. Rosso è il colore che invita a fermarsi, a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori. Non basta indignarsi, bisogna trasformare l’indignazione in sentimento e il sentimento in impegno e responsabilità. Altrimenti tutto si gioca sul filo incerto delle emozioni. (Le foto sono di Marco Falcone e Francesco Licciulli)
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Perchè quando gli imprenditori italiani si sono suicidati perchè non c’è la facevano piu’ ad andare avanti o gli operai stessi che hanno perso il lavoro e si sono suicidati,per tutti i terremotati ecc ecc non si sono messi la maglietta rossa?Ridicoli..