La Federazione civica “Progettiamo Mesagne”, composta Nuova Italia Popolare, la civica Caramia Mesagne e Nuovo Psi, ieri sera ha presentato il suo candidato sindaco Antonio Calabrese presso la sua sede di via Federico II Svevo. Raffaele Depunzio ha spiegato il perché della scelta fatta, e ha illustrato l’iter percorso nelle trattative prima con l’area di centrodestra e poi con il Pd. “Avevamo chiesto il rinnovamento non solo dei programmi ma anche degli uomini – ha detto -. Così non è stato per cui abbiamo preferito fare una scelta solitaria che poi non è così perché siamo cresciuti in numero e in adesioni. Affrontiamo una campagna elettorale che ci darà grandi soddisfazioni”. Ed ha aggiunto: “La nostra non è una battaglia di testimonianza. Vogliamo essere forza di governo per ridare a Mesagne una speranza”. “Da noi non ci sono capi che decidono, non abbiamo un sistema verticistico come è nelle altre formazioni politiche. Noi decidiamo tutto in assemblea”. Con il centrodestra, col quale hanno condiviso cinque anni di dura opposizione alla giunta Scoditti, il discorso si è subito impantanato “perché c’era una debolezza di contenuti”. “Poi siamo stati contattati dal Pd, diversamente da quanto è stato detto – ha spiegato Depunzio -. La parte riformatrice del Pd ci ha voluto incontrare perché vedevano in noi qualcosa di nuovo e di diverso per poter rinnovare il loro partito. Abbiamo organizzato “Liberiamo dall’oscurità”. Poi sono entrati in campo coloro che realmente comandano nel Pd che non vogliono discontinuità con il passato per contrastare il califfatto dove l’on. Matarrelli ha messo insieme tutto e il contrario di tutto. Il Pd non vuole il rinnovamento e Francesco Mingolla rappresenta la vecchia nomenclatura”.
Antonio Calabrese ha sottolineato le linee programmatiche non senza aver sottolineato alcune contraddizioni dei suoi avversari. “Mingolla e Molfetta non sono credibili quando dicono che vogliono cambiare. Entrambi hanno detto che risorgeremo, che vogliono riportare Mesagne in serie A. Quindi entrambi confermano che la maggioranza da loro stessi sostenuta ha fallito. Ed adesso hanno la faccia tosta di riproporsi alla città come riformatori quando sono ancora lì a governare la città. Se i mesagnesi capiranno che non possono esser loro il cambiamento che vogliono, avremo un grosso successo”. Infine Calabrese ha spiegato che per fare un lungo percorso prima di partire fare un restyling della macchina amministrativa. “Anche loro dicono che bisogna partire dall’apparato burocratico comunale. Loro avevano la possibilità di farlo e non l’hanno fatto perché quella macchina l’hanno costruita loro. Hanno fallito, hanno tradito la città e devono andare a casa”.
No al califfato proposto da Matarrelli e alla vecchia nomenclatura del Pd
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Califfato (???) probabilmente trattasi della solita storiella , ovvero, se qualcuno vuole entrare nelle nostre file, se qualcuno vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?”.
E cosi’ accadde che una maggioranza tanto ospitale, non fu piu’ caratterizzata da programmi precisi, ma si rimodello’ di volta in volta attorno a compromessi, patteggiamenti e intrighi.
Diciamo che ad occhio e croce stiamo parlando di questo.Aspettiamo la primavera magari qualche QUAGLIA comincerà a saltare di carro in carro.
Saluti