Con sentenza emessa nel tardo pomeriggio di ieri 19 febbraio, il Tribunale Penale di Brindisi ha assolto perché il fatto non sussiste il giovane mesagnese D. D.R. di 29 anni, difeso dall’avv. Gianfrancesco Castrignanò (nella foto) dall’accusa di violenza sessuale aggravata. La vicenda aveva preso le mosse dalla denuncia presentata nel novembre 2013 dalla mamma della cugina minorenne del giovane. La ragazza aveva riferito di essere stata oggetto di più episodi di molestie sessuali fin dall’età di 3 anni continuate nel tempo e da ultimo nell’anno 2012 presso la casa dei nonni materni. Da questa denuncia è scaturito un lungo processo nel corso del quale sono stati sentiti vari testimoni, oltre la ragazza, i quali hanno ricostruito la delicata e scabrosa vicenda. L’imputato si è sempre proclamato innocente ed estraneo alle gravi accuse mosse nei suoi confronti, sostenendo che tale denuncia era stata presentata per “punirlo”, avendo egli avanzato una richiesta di differenze retributive alla zia presso la quale aveva lavorato un paio d’anni e solamente dopo tale iniziativa la ragazza aveva improvvisamente ricordato le presunte violenze ai suoi danni, peraltro il giovane ha effettivamente visto riconosciute le sue ragioni anche dal competente Giudice del Lavoro, che ha condannato la zia al pagamento in favore del giovane della somma di oltre 30.000 euro. L’istruttoria ha escluso ogni responsabilità del predetto D.D.R. tanto da portare il Tribunale a pronunciare una sentenza di assoluzione come richiesto dal difensore dal suo legale e dallo stesso pubblico ministero, dott. Casto. Al contrario gli zii costituitisi parti civili anche nell’interesse della ragazza, avevano invocato una sentenza di condanna.
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