“Fermati. Non ti muovere, non ti girare: è una rapina. Dammi la busta con il denaro e non ti accadrà nulla; non fare scherzi se non vuoi che finisce male”.
Un attimo: nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo e sono stati rapinati 60 mila euro al Cup (centro unico prenotazioni) dell’Asl, in via Panareo. E’ accaduto ieri nel pomeriggio, poco dopo le ore 18.00, all’ora della chiusura degli sportelli. L’impiegato, Alessandro, non ha replicato: non si è mosso ed ha immediatamente consegnato il bustone al rapinatore senza girarsi. Solo dopo ha visto, con la coda dell’occhio, fuggire un giovane, dall’apparente età di trenta anni, con in testa un cappello con visiera per non farsi riconoscere. In mano impugnava una pistola che aveva puntato contro le spalle del malcapitato impiegato.
Nella sala di attesa del centro prenotazioni dell’Asl a quell’ora non c’era più nessuno. L’unico sportello che ieri pomeriggio era rimasto aperto aveva esposto il cartello “chiuso” da qualche minuto. Alessandro stava sistemando la documentazione, aveva appena aperto la cassaforte per depositare l’incasso del pomeriggio. In cassaforte c’era l’incasso della scorsa settimana. Molto probabilmente nel corridoio dove sono situati gli ambulatori medici c’era qualcuno che, senza farsi notare, stava seguendo le ultime operazioni. Appena ha visto che nella sala di attesa non c’era più nessuno, e senza farsi notare dalle persone che erano ancora in attesa di una visita specialistica, con un balzo è penetrato sul retro dell’ufficio. E’ stata un’azione fulminea, rapida: nessuno dei presenti si è reso conto di quanto stesse accadendo. Pochi attimi ed il malvivente è uscito dall’ufficio: appena fuori ha percorso a passi svelti il piccolo atrio antistante l’ingresso, e si è dileguato uscendo dal cancello. Molto probabilmente qualcuno era fuori ad attenderlo.
Alessandro, ancora tremante e pallido, è uscito in strada per dare l’allarme. Il rapinatore era letteralmente scomparso. Di fronte al cancello il fruttivendolo è rimasto incredulo. Nessuno aveva visto o sentito niente. Il posteggiatore che staziona in via Panareo era lontano qualche decina di metri sull’altro marciapiede. L’automobile sulla quale potrebbe essere fuggito il rapinatore ha percorso sino in fondo via Panareo per poi svoltare a destra. A quel punto potrebbe aver preso diverse direzioni: per Sandonaci ma anche, attraverso via Foggia, potrebbe essersi immesso su via Torre Santa Susanna o via San Pancrazio Salentino. Altra ipotesi: quella di aver raggiunto il centro per poi nascondersi.
Immediatamente è scattato l’allarme. L’impiegato del Cup ha telefonato al centralino del commissariato che ha inviato sul posto una pattuglia. Nel frattempo è stato dato l’allarme per bloccare tutte le vie d’uscita della città ma, nonostante serrati controlli, il rapinatore ed il suo eventuale complice sono svaniti nel nulla. Nessuno ha visto come e dove sono fuggito: e se si fosse dileguato a piedi o se fosse entrato nel nosocomio mesagnese che a quell’ora apre i cancelli per permettere l’ingresso di visitatori e parenti? Tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti della polizia di stato che in verità ha pochissimi elementi per districare questa matassa che, al momento, appare molto complicata per la mancanza di indicazioni.
Un dato, tuttavia, fa riflettere: è possibile che al Cup dove si incassano per prenotazioni ed i pagamenti dei ticket cifre così importanti non ci sia un controllo o una telecamera? E’ possibile che una cifra così consistente possa essere depositata in cassaforte? Con quanto sta accadendo in città nessuno ha mai pensato al grosso rischio che corrono gli impiegati? Non è una eresia pensare che il rapinatore fosse a conoscenza che nella cassaforte c’era tanto denaro. Un’ipotesi sulla quale gli uomini del vice questore aggiunto Sabrina Manzone stanno lavorando.