Consiglio comunale monotematico convocato nell’auditorium del Castello Normanno Svevo per discutere dell’accorpamento delle province. Un’occasione per la città messapica per indicare la propria volontà rispetto ai futuri scenari geografici e amministrativi della regione. L’assise è stata aperta alla città creando così le condizioni per la maggiore condivisione possibile. Pochi però i mesagnesi che hanno partecipato al consiglio.
In apertura di seduta il sindaco Franco Scoditti ha espresso le sue valutazioni in merito alla vicenda, sottolineando innanzitutto l’aspetto meramente politico legato a quella che ha definito una “situazione di straordinarietà”.
“Il sistema europeo impone provvedimenti di finanza pubblica volti a ottenere l’obiettivo del pareggio di bilancio. Ma risulta essere – ha detto il sindaco Scoditti – un fatto anomalo la mancanza di una discussione aperta e profonda a livello istituzionale, sociale, politico. Una responsabilità evidentemente parlamentare che delinea tempi difficili per la democrazia, che ha fatto una sintesi del quadro legislativo all’interno del quale il comune è chiamato a esprimersi. Una sintesi che ha toccato i temi dei requisiti minimi per conservare lo status di capoluogo e dei tempi entro i quali l’assetto dello stato cambierà radicalmente. Le forze politiche – ha aggiunto – hanno la grave responsabilità di non aver saputo cogliere un momento delicatissimo della storia della Repubblica. Mi auguro, a questo punto, che la Regione deliberi una propria proposta e che non si sottragga a questo importante compito”.
Il primo cittadino ha poi espresso la volontà del consiglio comunale, già discussa in una riunione con i capigruppo, di sostenere l’ipotesi dell’unica provincia del Grande Salento. Una scelta che guarda alle opportunità di carattere storico, culturale, di appartenenza ma anche alla possibilità di sviluppo territoriale, infrastrutturale, turistico. L’ipotesi della Provincia di Terra d’Otranto è auspicabile anche per evitare la frammentazione, per aumentare la competitività, elaborare un piano strategico capace di intercettare investimenti e finanziamenti. Senza contare il protagonismo che questa grande area avrebbe nello scenario nazionale, europeo e mediterraneo.
Il consiglio ha espresso, seppur con i dovuti approfondimenti, una alternativa alla proposta principale. Nel caso in cui non si dovesse dare vita ad un’unica grande provincia, Mesagne andrebbe nella direzione di Lecce.
Spazio poi agli interventi di diversi consiglieri a partire da Roberto D’Ancona di Sinistra Unita che ha fatto riferimento alla scarsa partecipazione di cittadini, motivata dalla disaffezione della gente verso la politica. Domenico Magrì di Nuova Italia Popolare ha ribadito la posizione del suo partito che ha da sempre dichiarato la volontà di eliminare tutte le province, richiamando anche la necessità di una semplificazione reale e di una riorganizzazione concreta del sistema amministrativo centrale e periferico. E ancora i consiglieri Pompeo Molfetta (Sinistra Unita), Carmine Dimastrodonato (Mesagne Incalza), Gianfrancesco Castrignanò (Noi Centro con Ferrarese), hanno evidenziato la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della politica anche alla luce degli ultimi fatti che hanno coinvolto a livello nazionale esponenti politici coinvolti nello “sperpero di denaro pubblico”.
In chiusura gli interventi di Roberto Distante (Mesagne Incalza) che ha richiamato l’attenzione sulla storia italiana e sull’opportunità rappresentata dalla provincia del Grande Salento e di Damiano Franco (PD) che ha fortemente rimarcato le responsabilità politiche nell’intera vicenda.
Nella foto un momento del Cosiglio comunale.
Caro direttore,
la locuzione “Grande Salento” non mi piace e non mi è mai piaciuta: è immodestamente autoreferenziale e megalomane (diciamo di noi stessi che siamo dei grandi?).
Sarei molto più d’accordo con il nome di “Terra d’Otranto”: richiama il vissuto storico e, inoltre, evita di dare alla nuova provincia il nome di uno piuttosto che di un altro degli attuali capoluoghi.
Al di là del nome, comunque, sono personalmente dell’opinione che la nuova provincia debba essere costituita dalle attuali tre – Brindisi, Lecce e Taranto.
Cari saluti.
Cosimo Greco.