“Voglio condividere il senso di una sfida con il popolo del centrosinistra”. Questo il messaggio che l’assessore regionale Guglielmo Minervini ha lanciato ieri a Mesagne in occasione del tour che sta facendo in Puglia come candidato alla guida della Regione Puglia, “per continuare – ha detto – quanto di buono abbiamo fatto con Vendola in dieci anni”.
Riguardo lo stato di salute del Pd, l’assessore Minervini non ha avuto problemi a confermare il momento difficile del partito. “Si tratta di una transizione importante e decisiva per quanto potrà accadere in Italia”.
Ieri c’erano due importanti appuntamenti: la manifestazione organizzata a Roma dalla Cgil e l’incontro dei renziani alla Leopolda. “Se io avessi potuto sarei stato prima a Roma e poi a Firenze – ha aggiunto –. Perché il Paese rischia di perdere i diritti acquisiti in tanti anni di lotte sindacali e a Firenze c’era quella parte del Paese che chiede il cambiamento. Bisogna mettere insieme queste due cose, portarsi un pezzo importante del passato e raccogliere la sfida del cambiamento della quale si deve fare carico il Pd”.
Per quanto riguarda le primarie, Guglielmo Minervini ha ricordato che sono state una invenzione ed grande gesto di coraggio del Partito Democratico. “Ma – ha proseguito – non sono una sfida, uno scontro muscolare tra Pd e Sel. Lo abbiamo dimostrato in Puglia nel 2005. Non si vota per disciplina di partito, non è una conta tra due popoli del centrosinistra. Con le primarie i cittadini non votano secondo il vincolo dell’appartenenza ma sulla base di una proposta, di una offerta di governo che il cittadino considera più idonea e sulla quale fa un investimento di fiducia”. Minervini teme che nel 2015 la Puglia torni indietro. “Mi sono messo in gioco proprio per dire che gli interlocutori sono i cittadini pugliesi e non i tesserati perché in quel caso annulleremmo il codice genetico delle primarie. Bisogna votare la migliore proposta di cambiamento della Puglia”.
Infine ha fatto un bilancio ed ha giudicato i dieci anni del suo impegno diretto nel governo Vendola “complessivamente positivi”. “La Puglia è cambiata. Non nego errori, lacune, omissioni e ritardi. Bisogna parlare la lingua della verità perché solo così possiamo ottenere l’attenzione e la fiducia da parte dei cittadini”. E riguardo i due contendenti di questa sfida delle primarie spiega che Michele Emiliano “tinge di colore scuro quanto si è fatto sostenendo che sono molte le cose che non hanno funzionato, mentre Dario Stefàno evidenzia più i colori chiari e dice che è andato tutto bene. Io dico che resta un patrimonio che non dobbiamo perdere e non possiamo permetterci il lusso di buttare a mare. La Puglia in questi 10 anni ha imparato a cambiare, ha imparato a camminare son le sue gambe. La strada è ancora incerta e i prossimi 5 anni dovranno essere dedicati a tracciare la strada per uscire dalla crisi. Puglia può emergere e noi arriviamo in piedi a questo appuntamento”.