(di Alessandro Caiulo da il7Magazine) Come è noto, la Federazione Italiana Pallavolo, dopo un’attenta e approfondita riflessione sulla perdurante situazione emergenziale legata alla pandemia di coronavirus, che sta interessando il territorio italiano e gli stati di tutto il mondo, ha decretato la conclusione definitiva di tutti i campionati pallavolistici di ogni serie e categoria, senza assegnazione degli scudetti, delle promozioni e delle retrocessioni tutti i campionati nazionali, regionali e territoriali. Nei giorni scorsi Fabrizio Sportelli, presidente del Mesagne Volley, aveva comunicato la notizia a tifosi e tesserati nel modo seguente: “Aspettavamo un segnale da parte della Fipav e puntualmente è arrivato il responso, campionati finiti in tutte le serie e categorie . Pur condividendo per la salvaguardia della salute dei nostri tesserati e non solo, rimane l’amaro in bocca, sì perchè quest’anno sembrava un anno magico, sportivamente parlando, tutto andava per il verso giusto a cominciare dalla nostra serie B, con una squadra forte ed equilibrata come mai in passato, secondi in classifica in un girone notoriamente molto forte. La serie C costruita esclusivamente da under e spedita eccezionalmente verso la salvezza, per passare alle giovanili primi in classifica in tutti i campionati di categoria 14-16-18”. Seguono poi i ringraziamenti a tutti quanti, dalle atlete agli addetti ai lavori, dall’Amministrazione Comunale alle società sportive che con il Mesagne hanno collaborato ed agli sponsor. Anche a mio avviso, nessuna altra decisione avrebbe potuto essere presa da una federazione seria e ben radicata nel territorio come è la Fipav e completamente fuori luogo sarebbero state rimostranze o speranze di poter trarre vantaggio dalla situazione, magari per scalare di categoria. Anche se sono e resto calciofilo convinto, ritengo che i tira e molla a cui stiamo assistendo da parte di Lega, Federazione e società sportive del mondo della pedata, siano, per contro, non solo stucchevoli ma addirittura vomitevoli, in quanto la prova provata che oramai il calcio, specialmente quello ad alti livelli, è diventata solo una macchina che per far soldi è disposta a passare su tutto e su tutti, anche sulla passione ed i sentimenti di un intero popolo.
Tornando al volley che, come altre discipline sportive ritenute minori, ma che minori sicuramente non sono, ha dato invece
prova di coerenza e maturità, abbiamo chiesto a Simone Giunta (nella foto), allenatore della formazione mesagnese, militante nel campionato di serie B 2 femminile, in piena corsa promozione, il suo pensiero al riguardo.
Mister, innanzi tutto ci interessa il suo parere su quello che ha deciso la Fipav, riguardo la chiusura anticipata della stagione senza né vinti né vincitori: al di là dell’evidente cruccio, dal momento che per Mesagne poteva essere l’anno buono, è stata una decisione giusta e condivisibile? La decisione era nell’aria. La nostra federazione
è stata la prima a bloccare tutto il movimento, dalle attività federali alla seria A fino ad arrivare all’ultima categoria. E
non dobbiamo dimenticare che la Pallavolo, come da fonte Coni, è il secondo movimento italiano per numero di tesserati, per cui è stata tutt’altro che semplice la scelta di fermare tutto da un giorno all’altro, senza tentennamenti. È una risposta forte, che fa capire quanto la Fipav sia in sincrono con quello che ci accade ogni giorno e che purtroppo potrebbe accadere ancora. Sono convinto che siano fuori da ogni tipo di contesto quelle leghe e quelle società che, ancora oggi, spingono il sistema a far ripartire una macchina che è avulsa dal contesto sociale che viviamo. Non è casuale che nel calcio non siano i tifosi a chiedere la riapertura dei campionati, ma solo i club e le leghe, mosse da meri motivi economici. Così facendo ci stiamo allontanando non solo dalla realtà ma anche da quello che dovrebbe essere lo sport. Per quanto riguarda le promozioni e le retrocessioni, capiamo benissimo che non è un problema che possiamo porci in questo momento. Se fossimo in provincia di Bergamo non ce lo chiederemmo sicuramente! Siamo tutti sulla stessa barca, per cui nemmeno in provincia di Brindisi ce lo dobbiamo chiedere.
Probabilmente sarà difficile, se non impossibile, conservare la stessa intelaiatura di squadra per la prossima stagione, vuol lanciare qualche messaggio o saluto particolare alle ragazze che tante soddisfazioni stavano dando in campionato? Sicuramente non sarà la stessa squadra, sia perché ogni anno tutti i roster mutano, sia perché non sappiamo cosa ci dirà la ripresa. Non ci stiamo nemmeno chiedendo in che categoria sarà Mesagne. Una cosa è certa: avere una squadra così affiatata fatta da brava gente è un vero lusso, soprattutto se paragoniamo queste giocatrici alle nuove leve di atlete che girano nel panorama di B. Mi riferisco non al valore del giocatore ma a quello umano, io sono stato fortunato e mi tengo stretto questo privilegio. Avere il piacere di andare in palestra, di trovare un ambiente fatto di ragazze per bene che lavorano come matte, che tengono agli obiettivi e alle relazioni, per cui gli ottimi risultati in campionato erano solo la conseguenza, una piccola parte del tutto. Ringrazio di cuore queste atlete che meritano il meglio, il resto già lo sanno.
Pensa che il movimento pallavolistico locale, mi riferisco a Brindisi e provincia, saprà risollevarsi facilmente dalle conseguenze negative di questo stop anticipato e di incertezza per il futuro? Il movimento pallavolistico brindisino,
negli ultimi anni, ha sempre avuto un deficit, non tanto di tipo organizzativo o di competenza sportiva, quanto di natura economica. Da ciò che si riesce a prevedere, almeno che non ci siano ripartenze inaspettate, penso che ci siano i presupposi per un adeguamento delle pretese. Ovviamente le società con i settori giovanili più floridi saranno quelle avvantaggiate per una questione di abbattimento dei costi. I futuri dirigenti sportivi, avranno “la missione” di non alzare l’asticella dei risultati ma di programmare, con piani pluriennali, ciò che meglio sanno fare cioè la pallavolo. Auguro questo a Mesagne, perché davvero ci sono i presupposti per fare bene, se si sapranno fare i giusti passi.
Vuole aggiungere qualcos’altro? Saluto di cuore il mio pubblico, le mie ragazze i miei dirigenti che, per ovvi motivi, non riesco a vedere di persona. Un altro grazie va a tutti voi giornalisti che ci siete stati vicini e che avete condiviso la nostra
favola. Approfitto di questo spazio per invitare tutti a continuare a vivere questa quarantena in modo responsabile per le nostre vite e per quelle dei nostri cari.
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