Per chi abita o lavora per 15 ore al giorno in via Roma l’installazione di un’altra antenna di telefonia è una notizia inquietante. Da qui la nascita di un comitato spontaneo che ha deciso di muoversi per chiedere al Comune di non autorizzare l’installazione del traliccio della società francese Iliad. Per chi vive nella zona intensamente abitata nei pressi del Municipio, il traliccio che si vuole montare a poche decine di metri da dove campeggia da decenni un’altra antenna di telefonia è un allarmante incubo. Ovviamente ad agitare i cittadini è che la prossimità del traliccio e le sue emissioni possano essere responsabili del picco di patologie che si è registrato negli ultimi tempi. In città – sostengono quelli del comitato – si sono riscontrate patologie tumorali di natura ematica. E questo fa tremare i polsi agli abitanti. Diversi linfomi, una leucemia e altri problemi analoghi. I promotori del comitato, prima di dare qualsiasi autorizzazione, chiedono all’Arpa la misurazione delle emissioni. Il Comitato nella sua petizione, che presenterà in questi giorni al Comune, ritiene “fuorilegge” il traliccio di telefonia cellulare che si vuole insediare. L’antenna – proseguono alcuni componenti del comitato -, reca parabole ed emissione di onde a frequenza variabile, in termini di altezza pericolosamente e indirizzati su edifici privati, pubblici e civili abitazioni. Il comitato si chiede quali autorizzazioni o licenze edilizie hanno consentito tale passaggio? Quali documentazioni edili e catastali e di licenza d’uso può fornire. Ma c’è di più. Il comitato fa presente che l’installazione delle antenne molto nocive per la salute non è più consentita dal Regolamento Regionale vigente all’interno dei centri abitati. La situazione attuale ed il danno subito dalle famiglie negli anni per sviluppo di patologie gravi e con decessi già avvenuti è sicuramente frutto di decenni di vero bombardamento elettromagnetico e di irresponsabile sottovalutazione del problema.
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