Sono un senior e ho alle spalle un po’ di anni di impegno politico e nelle istituzioni. A Mesagne stiamo vivendo e vivremo giorni di tensioni inopportune e dannose. Per tutti. Per la città, innanzitutto. E allora, finché siamo in tempo, fermiamoci. Non possiamo avere una città divisa e rancorosa. L’invito è rivolto ai vari protagonisti in questi giorni impegnati nel botta e risposta politico legati alla futura leadership comunale, a quanti si stanno riunendo per affilare le armi. Rivedo una preoccupante querelle fautrice dell’attuale frammentazione politica. Ai più purtroppo sfugge che i mesagnesi hanno da tempo catalogato queste schermaglie come ”teatrino della politica” e che ampie fasce sociali non si sentono più rappresentate. Il civismo partecipato, la rete svincolata dalle (poche) forze politiche rimaste in campo che hanno l’obbligo morale di essere un argine, ha vissuto negli ultimi tre anni una pericolosa involuzione. Ci vuole una onesta riflessione su quanto accaduto. Il dibattito surreale sulla futura maggioranza e sul futuro Sindaco attualmente in corso, rischia di rivolgersi ad un “ceto politico” sempre più esiguo e privo di visione. Occorre ripartire dall’ascolto. Insomma, serve solo buona politica. Bisogna allargare il perimetro delle coalizioni, migliorare e qualificare il programma di governo della città. Invece la campagna elettorale rischia ancora una volta di essere celebrata in un inutile e dannoso clima di contrapposizione. E’ stucchevole assistere a contese tutte personali di gruppi e gruppetti in cerca solo di visibilità. Si sfrutti il (poco) tempo rimasto per verificare il lavoro di questi anni, si parli di quanto è stato fatto e cosa manca. Su sanità, ambiente, agricoltura, turismo, sviluppo compatibile e sostenibile, si riapra il confronto e si verifichino strategie e obiettivi. Solo approfondendo i contenuti e aprendoci all’ascolto potremo correggere il tiro. Evitiamo di dare ai populismi l’opportunità di sfruttare la litigiosità di alcuni per fornire letture non obiettive sul lavoro svolto in questi anni. La buona politica ritorni ad essere coerenza tra quello che si dice e quello che si fa.
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