Oggi, alle ore 18,30, partirà dall’atrio del castello il corteo storico della XIII edizione della Fiera Medioevale Franca, manifestazione organizzata dal gruppo storico “Città di Mesagne”. Il corteo si fermerà in villa comunale, al parco Potì e si concluderà sul prato antistante il castello Normanno-Svevo con la cena medievale per i nobili, il duello tra cavalieri e uno spettacolo de “I Fieramosca” della disfida di Barletta.
Dell’iniziativa si è parlato tanto in questi giorni dopo il veto imposto da parte dei frati Carmelitani sia per l’utilizzo del nome San Michele Arcangelo, sia per il percorso del corteo che non dovrà transitare davanti alla Basilica del Carmine, pena il ricorso alla magistratura. I figuranti che arriveranno da Foggia e Bari avrebbero espresso il desiderio di andare a pregare nella Basilica del Carmine di Mesagne dove c’era un sacello e una grotta con affresco dedicata a San Michele Arcangelo. Nella tradizione (dalla fine del quinto secolo) prima di partire per la Terra Santa i pellegrini devoti di San Michele facevano una visita al santuario mesagnese dell’Arcangelo. Il Santuario, però, già questa mattina alle ore 9.30 l’abbiamo trovato chiuso. Probabilmente si vuole evitare che i pellegrini possano entrarci per una preghiera al loro Santo? Una assurdità se ciò dovesse accadere. Nello stesso momento riteniamo anche inconcepibile che i tanti mesagnesi devoti della loro Protettrice oggi, giorno festivo, non possano recarsi per dire recitare una preghiera alla “loro” Madonna. Papa Francesco dice che le Chiese devono essere aperte al popolo di Dio. A Mesagne, invece, si chiudono. Il compianto arciprete don Angelo Argentiero diceva che “la Chiesa non va in ferie”.
La modifica del percorso del corteo (da 12 anni sempre lo stesso) è un altro precedente gravissimo. Non vogliamo spararla grossa ma, a nostro parere, dopo questa vicenda le acque della legalità a Mesagne si sono intorpidite. Si perché anche questa è legalità. Nessuno può prendersi il diritto di dire che non si passa da una strada o da una piazza pubblica. Il fatto che il sindaco Molfetta abbia acconsentito è gravissimo. Siamo di fronte ad una vicenda sulla quale gli organismi preposti, civili e religiosi, sono chiamati a fare luce. Non è possibile che, per una vicenda personale (la famiglia di padre Felice Ronzini e l’organizzatore della manifestazione Giovanni Daloisio avrebbero in corso una vertenza legale) possano avere ricadute su manifestazioni turistiche pubbliche che hanno importanti ricadute sul territorio. I fatti personali vanno discussi e affrontati in altre sedi. Una brutta vicenda che mi fanno ricordare quei famosi “inchini” che fanno fare dinanzi alla casa del boss del paese. In quel caso si impone alla processione, a Mesagne si impone che il corteo non passi dinanzi ad una chiesa, al Santuario simbolo della città. Gravissimo che il sindaco Molfetta abbia deciso (per quieto vivere) di sottostare a simile imposizione. Una vicenda che rischia di avere risonanza nazionale dopo che è andata già su una importante emittenti regionale.
In conclusione. Dopo tanti anni di massimo impegno per uscire dal tunnel dell’illegalità questo “delirio” non doveva essere permesso. Piazza S. Michele Arcangelo è della città, non è dei Padri Carmelitani o della Chiesa. Questa cultura dell’imposizione andava decisamente rigettata. Anche questa è legalità. Non è sufficiente farsi fotografare al fianco di don Ciotti.
Oggi a Mesagne ha vinto l’illegalità
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Neh pure ieri l’altro ieri se è per questo, a Mesagne ha vinto l’illegalità, si è voluto dare spazio e TOLLERANZA a certi comportamenti negli anni… e prima o poi arriva anche il risalto nazionale!
La Chiesa che piuttosto avvicinare allontana!!! È assurdo tutto ciò oggi. Chiesa di Mesagne, Chiesa di Brindisi -Ostuni, dove sei?
Svegliati e non badare al protagonismo basta!!!
Io invece sono fiducioso, e prescindendo dal caso specifico; qui si parla di questioni legali a interessi privati, non è una cosa nuova per nessuno a Mesagne. Bene, io penso che saranno proprio queste situazioni legali che si svolgono e si devono svolgere proprio in posti specifici a far ritornare tutto a un livello, primo quello della ragione. goccia per goccia che fa traboccare ogni vaso, dove amministratori, sindaci, assessori… e assessori che non si rassegnano ad essere stati degradati a consiglieri, non potranno più inventare e pesonalizzare leggi, è così semplice…
Prescindendo dal caso specifico, come dice l’amico sopra, quante volte si è voluto tollerare certi comportamenti, DI SINGOLI CITTADINI, da parte di amministratori: sindaci, assessori… assessori che poi diventano solo consiglieri? Di cosa si sta parlando? Della coperta dell’acua calda? E poi vi lamentate se è già partito il treno del emittente locale, prima o poi deve arrivare!