Il Ministero della Pubblica Istruzione è stato condannato a risarcire con 50mila euro i genitori di una giovane mesagnese, G.G., che all’epoca dei fatti minorenne, per essere stata palpeggiata al seno ed ai glutei da un collaboratore scolastico. La sentenza oggi 25 ottobre nel tardo pomeriggio del Tribunale Ordinario di Lecce, sezione Prima Civile, Giudice dott. Nicola Quaranta, in esito a Camera di consiglio tenuta al termine di un complesso processo durato oltre 6 anni. Il tribunale ha condannato il Ministero, in persona del Ministro in carica, a risarcire in solido con l’assicuratrice Società Inter Partner Assistenze. I genitori della ragazza sono stati difesi dagli avvocati Giovanni Luca Aresta e Francesco Cavaliere. Il Ministero è stato ritenuto direttamente responsabile, in virtù del rapporto del collegamento organico con esso del personale dipendente, del danno che fu cagionato al minore al tempo in cui era sottoposto alla vigilanza di detto personale, quindi, di surroga al personale per gli illeciti dallo stesso compiuti.
I fatti, che furono oggetto di separato procedimento penale, avvennero tra l’ottobre 2008 e dicembre 2009, sconvolsero tutti gli ambienti scolastici brindisini. La giovanissima G.G., che come tantissimi mesagnesi in quegli anni frequentava l’Itis “G. Giorgi” di Brindisi, fu vittima di atti di violenza sessuale perpetrati da tale P.F., collaboratore scolastico cui la minore era stata affidata per ragioni di vigilanza, consistiti nel palparle il seno ed i glutei con atto insidiosamente repentino. Dopo la sentenza di condanna penale pronunciata nel 2009 dal Tribunale di Brindisi, irrevocabile, con viva soddisfazione dei legali, oggi arriva il giusto riconoscimento per i danni patiti dalla giovane ragazza e dalla sua famiglia. All’esito dell’odierno Giudizio civile celebrato dinanzi al Giudice del Tribunale Ordinario di Lecce, Foro Erariale territorialmente competente per i fatti che involgono le Amministrazioni dello Stato, è perciò emersa la responsabilità del convenuto Ministero dell’Istruzione e della sua Assicuratrice, quindi l’obbligo di risarcire i danni conseguenti.