Paolo Brosio dalla parte dei detenuti sull’isola-carcere di Gorgona. Perché? “Perchè – dice – la mia vita va dalla fede alla fede”. L’ex conduttore televisivo ha organizzato nell’isola-carcere di Gorgona l’evento “La giornata del cuore” in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Nell’isola c’era un campetto da sistemare e recintare per evitare che vi entrassero gli animali selvatici che vivono nell’isola. Come fare? “Utilizziamo la lingua del calcio che parlano tutti”, ha detto Brosio, volto noto della tv fulminato dalla Madonna sulla via del Twiga. La sua sterzata esistenziale, che avrà raccontato migliaia di volta, quando dopo una notte di sesso e trasgressione, sollevò il tappo alla sua vita che era diventata un abisso di orge, sbronze e cocaina, e si ritrovò in ginocchio a recitare l’Ave Maria. “La vita è adesso”, dice Brosio che sente di aver avuto da Dio una missione: aiutare gli altri, i poveri, i deboli, i peccatori. “Aiutare i detenuti sembra oggi un gesto controcorrente – aggiunge -. Ma lo dice il Vangelo”. A Gorgona ha invitato tanti amici, la squadra dei magistrati capitanati dal sottosegretario Ferri, la squadra della gendarmeria del Vaticano, i detenuti naturalmente, il Livorno Calcio, gli attori e uomini di spettacolo, le istituzioni, la Chiesa di Livorno con il vescovo Simone Giusti in prima fila, “per far sentire questa isola meno isola”, ha detto in conferenza stampa. Bellissimo il gesto del capitano del Livorno Luci che al termine della finale ha chiamato la squadra dei reclusi sul podio più alto per condividere con loro la vittoria. Per i detenuti giocare contro calciatori famosi come Luci, Romboli, Gemmi, Pedrelli, Pulidori e il papà di Chiellini è stato come se avessero giocato il Champions League. VEDI VIDEO
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