Il pensionato è al centro di una crisi recessiva; la quale oltre che politica, è economica e sociale. L’impoverimento del pensionato è dovuto all’austerità, causata dal Patto di Stabilità del governo Monti, ma è anche figlio delle imposte territoriali, alle quali l’anziano è sottoposto a pagare quotidianamente un “salasso senza precedenti”.
I tagli sul basso salario delle pensioni, la tutela per il mantenimento dei figli e nipoti disoccupati e gli aumenti delle imposte – IMU, TARES, ENERGIA, GAS e FARMACI – gli rendono difficile la conduzione di vita, che già è difficoltosa per le fragilità dovute all’età e allo stato di salute. La filosofia dell’anziano, un tempo, era quella della saggezza e di dare risposte chiare, mentre oggi la sua razionalità richiama l’attenzione sui diversi problemi delle emergenze e delle urgenze, quali la salute, l’ambiente, la sicurezza, la legalità, la povertà e la non autosufficienza. In ragione di queste necessità la Uil pensionati chiede alle Istituzioni sia territoriali sia nazionali, la necessità di sollecitare, di sensibilizzare e di dare rapide soluzioni ai bisogni che rischiano di aggravare ancora di più la condizione sociale e gli stili di vita dei cittadini anziani e delle loro famiglie. Tra le priorità sarebbe opportuno garantire i Livelli essenziali socio-sanitari, partendo dall’abolizione dei ticket sanitari sulle visite specialistiche. È evidente che il sistema per la presentazione della richiesta di esenzione ticket vada rivisto e modificato evitando le lunghe ed estenuanti file degli ammalati, delle persone non autosufficienti, dei portatori di handicap e dei pensionati anziani, magari facendo ricorso alle nuove tecnologie informatiche. Potrebbe essere una boccata d’ossigeno per gli ammalati che sono in difficoltà economica. Richiedere l’esenzione ticket per le fasce più deboli e bisognose è consentito dalla Costituzione perché “curare”è il vero “diritto universale garantito a tutti e per tutti”e questo non bisogna farlo gravare sulle tasche degli anziani che chiedono eccellenza e non caos ed anarchia. Il territorio brindisino, a causa del Piano di Rientro basato sui tagli ai servizi e non sugli sprechi, ha assistito alla desertificazione dei servizi socio-sanitari e alla chiusura degli ospedali. Il sindacato dei pensionati si chiede del Perché questi ultimi non sono stati riconvertiti in ospedali di comunità? Perché il governo regionale ha lasciato soli i dirigenti sanitari provinciali? Perché non sono stati attivati i servizi sanitari territoriali alternativi e previsti nel Piano di Rientro? La Uil pensionati provinciale di Brindisi chiede al governo regionale in una situazione di caos e disservizi quotidiani, di non lasciare soli i dirigenti e i medici, di garantire i livelli essenziali di assistenza agli ammalati e di dare una boccata d’ossigeno alle loro famiglie abolendo i ticket sulle visite specialistiche. Il dramma vero della sanità pugliese è nell’atteggiamento tenuto dal governo nazionale e nella manovra denominata “Spending Review” adottata dal governo Monti, che aveva come obiettivo prioritario il fare cassa e risanare l’economia nazionale adottando austerità attraverso una serie di tagli alla spesa pubblica e generando notevoli disagi al Welfare sociale con relativa diminuzione di risorse e riduzioni di servizi. Il compito di oggi è dare qualità al Welfare tutelando gli anziani e le persone non autosufficienti umanizzando l’assistenza. Il Segretario Provinciale UILP Tindaro Giunta